Niente da fare per Federer L'incantesimo Open continua
L’incantesimo continua. Da quando nel 2008 ha centrato il quinto successo di fila, gli Us Open si sono trasformati in un tabù per Roger Federer, stoppato ai quarti da quel Grigor Dimitrov che aveva sempre battuto (7 su 7). Il 28enne bulgaro, in gioventù paragonato al Divino e poi caduto in disgrazia - è entrato in tabellone da numero 78 del ranking -, è riuscito finalmente a sconfiggerlo, guadagnando la sua terza semifinale in uno Slam dopo quella di Wimbledon nel 2014 e Melbourne nel 2017, e per di più su quel cemento newyorkese dove non si era mai spinto oltre gli ottavi. Un risultato a sorpresa, ottenuto dopo cinque set e in rimonta: 3-6 6-4 3-6 6-4 6-2 dopo tre ore e 12 minuti di gioco il finale a favore di Dimitrov, che ha approfittato al meglio anche dei guai fisici dello svizzero. Prima dell’ultimo parziale, infatti, l’ex numero uno del mondo ha chiesto un medical time-out per un problema alla schiena «ma l’ho sofferto per tutto l’incontro e sono stato comunque in grado di giocare», ha poi rifiutato qualsiasi alibi Federer. «Chiaramente non era al suo meglio nel finale ma ho sfruttato tutte le occasioni che ho avuto», dice dal canto suo il bulgaro, sette sconfitte su otto prima degli Us Open (compresa quella col numero 405 del mondo Kevin King ad Atlanta) e atteso ora dallo scatenato Daniil Medvedev.
E così, un anno dopo la sconfitta con John Millman negli ottavi, Federer esce ancora di scena per mano di un tennista fuori dai primi 50 al mondo e vede sfumare la possibilità di una nuova ed epica sfida contro Rafa Nadal, atteso nella notte dal quarto con Diego Schwartzman mentre in serata tornerà in campo Matteo Berrettini: per il 23enne romano in programma il match contro Gael Monfils (nessun precedente fra i due), a caccia di una semifinale che agli Us Open è stata raggiunta solo da Corrado Barazzutti nel 1977, sull’allora terra verde di Forest Hills.
Senza storia, invece, il secondo quarto femminile giocato nella notte: 6-1 6-0 in 44 minuti la lezione di tennis inflitta da Serena Williams alla cinese Qiang Wang, che negli ottavi aveva fatto fuori Ashleigh Barty. Un match che regala a Serena il suo 100esimo successo agli Us Open dove per la 13esima volta in carriera giocherà una semifinale. Sulla strada verso il settimo titolo - e soprattutto quel 24esimo Slam che le permetterebbe di eguagliare il record di Margaret Court - troverà Elina Svitolina, sconfitta quattro volte su cinque (ma l’ultimo confronto risale ai Giochi di Rio, allora la spuntò la 25enne di Odessa).
Con una parte alta del tabellone in cui la finalista uscirà fuori dal lotto che comprende Bencic, Vekic, Mertens e Andreescu, l’ucraina è almeno sulla carta l’ultimo vero ostacolo verso la gloria. Ma la Williams, che non vince un Major dagli Australian Open 2017, sa che è meglio stare in guardia: le finali perse da favorita proprio a New York un anno fa contro Naomi Osaka e nelle ultime due stagioni a Wimbledon sono una lezione di cui fare tesoro.