L'Italia batte l'Armenia: con 5 vittorie la Nazionale corre verso gli Europei
Cinque su cinque. Con una partita non brillante come le precedenti, l’Italia di Mancini continua la sua corsa a passo svelto verso Euro 2020 e battendo 3-1 l’Armenia si conferma in testa al suo girone di qualificazione, a punteggio pieno. Buttate fuori dalla corsa Grecia e Bosnia con le due vittorie di giugno, gli azzurri hanno ribadito di esser padroni del loro girone anche a Erevan, contro una nazionale rivitalizzata dagli ultimi risultati e fisicamente più avanti, ancorchè tecnicamente molto distante.
Quindici punti in tre partite sono un capitale prezioso, che Mancini vorrà mettere a frutto domenica a Tampere contro la Finlandia, la sola rimasta a insidiare il primo posto. Non ci sarà Verratti, ammonito in Armenia e dunque squalificato, ma ci saranno i trascinatori della serata, Belotti ed Emerson. Sono loro i protagonisti di una vittoria in rimonta, che pure gli azzurri hanno rischiato di sprecare quando in superiorità numerica per tutto il secondo tempo sono paradossalmente (ma forse anche fisicamente) andati in difficoltà, rischiando persino di tornare sotto. Invece alla fine poteva essere addirittura un quattro a uno, ma senza Var l’arbitro Seibert si è fidato del suo guardalinee nell’annullare il gol a Belotti partito in gioco sull’assist di Pellegrini.
La partita comincia in salita per gli azzurri, colti in controtempo dopo 11 minuti da una ripartenza armena: Barseghyan ruba palla a Barella su un passaggio lungo e laterale, parte della sua difesa e lancia in profondità Karapetyan, che si porta il pallone sul destro difendendolo da Bonucci e lo incrocia potente e preciso sul palo opposto: 0-1. Lo svantaggio non è casuale, l’inizio dell’Armenia è improntato all’aggressività e alla velocità, armi perfette per mandare in crisi un’Italia ancora in rodaggio in tanti singoli. Bernardeschi, preferito a El Sharawy nel tridente nonostante i pochi minuti di campionato, è uno di questi, ma a differenza di Chiesa ci mette poco a entrare in partita. La botta iniziale scuote il centrocampo azzurro, che comincia a usare la circolazione palla per mandar fuori tempo i tanti trequartisti avversari. Emerson a sinistra è isolato, ci prova Bernardeschi con una girata da dentro l’area che Airepetyan toglie smanacciando dalla porta.
Gli azzurri prendono fiducia, Bernardeschi si sposta largo a destra per aprire le maglie della difesa avversaria e al primo affondo di Emerson arriva il pari: il cross dal fondo del terzino brasiliano è perfetto per Belotti, che gira al volo sul secondo palo per l’1-1, al 29’. Passa solo un minuto, e su pallone rubato dal centravanti granata Bernardeschi va vicino al raddoppio, ma il suo sinistro a giro scheggia l’incrocio. Il gol lo segna Belotti al 40’, ma in fuorigioco netto, e dopo solo un altro minuto il destro in area sfiora il palo. In finire di tempo Karapetyan, già protagonista di una zuffa con Verratti costata a entrambi il giallo, salta a braccia larghe e incrocia Bonucci: il secondo giallo del tedesco Seibert pare troppo, ma l’Italia si trova 11 contro 10. Non sfrutta il vantaggio Belotti, al 3’ di recupero, quando Chiesa lo serve solo davanti al portiere e lui incespica goffo mettendo fuori.
Al rientro, gli azzurri provano a sfruttare la superiorità numerica ma fanno arrabbiare Mancini per la sufficienza con la quale sfruttano gli spazi. Una girata di testa, debole, di Bernardeschi dopo 2’ è tutto quello che si riesce a produrre in partenza, contro un’Armenia ora davvero arroccata tutta dietro.
Poi un contropiede di Mkhitaryan al quarto d’ora costringe Barella al fallo da giallo e suona l’allarme. Lo schema si ripete pochi minuti dopo, e sul tiro del neoromanista stavolta è Emerson in spaccata a salvare in angolo dalla beffa. Dopo Lorenzo Pellegrini per uno spento Chiesa, Mancini manda in campo anche Sensi per Barella. La circolazione palla resta lenta, ma il gol del sollievo arriva al 32’ da Pellegrini, una girata di testa su traversone profondo di Jorginho che sorprende sul palo lontano Airapetyan. Il portiere armeno è protagonista ancora, in negativo, un paio di minuti dopo: il sinistro di Belotti prende il palo, la sua schiena fa da sponda per l’1-3 che chiude la partita. Il centravanti prova a riprendersi quel che l’autogol gli ha negato sul finale, ma stavolta la gioia gliela sottrae una segnalazione di fuorigioco sbagliata.