Mondiali di rugby a Yokohama domani la storica finale fra Inghilterra e Sudafrica
Mondiale di rugby ultimo atto. Sabato alle 10 ora italiana nello stadio di Yokohama che nel 2002 ospitò la finale Brasile-Germania della Coppa del Mondo di calcio, decisa dalle prodezze di Ronaldo CR7, stavolta protagonista sarà la palla ovale. Inghilterra e Sudafrica tornano ad affrontarsi per la Webb Ellis Cup dodici anni dopo la sfida, sempre titolo in palio, di Parigi 2007 che fu poco spettacolare e venne decisa dai calci piazzati: finì 15-6 per gli Springboks sulla cui panchina c’era, come assistente dell’allora ct Jake White, quell’Eddie Jones che ora è alla guida dell’Inghilterra.
È lui il vero mago del rugby e si è visto nella semifinale della settimana scorsa, quando le sue alchimie, e l’atteggiamento sfrontato che ha trasmesso ai suoi giocatori (e così bene espresso dal capitano Owen Farrell), hanno annichilito gli All Blacks che domani cederanno ufficialmente lo scettro che detengono dal 2011.
Il Sudafrica ha invece vinto soffrendo, in un match punto a punto contro quel Galles che mai come questa volta ha sognato, con convinzione di farcela, il titolo mondiale. Invece ha prevalso la rappresentante dell’Africa, una delusione dalla quale i Dragoni stenteranno a riprendersi, grazie a uno spirito di corpo e una grinta che hanno reso di nuovo vincenti Faf De Klerk e compagni. Quest’ultimo è un classico boero, oltre che un mediano di mischia particolarmente bravo nell’innescare il gioco ma anche nel provocare gli avversari. Accanto a lui ci sarà un uomo che domani potrebbe fare la storia, il capitano dei ‘Bokkè Siya Kolisi, il primo giocatore di colore del Sudafrica ad essere stato insignito di un ruolo che nel rugby significa tantissimo. Quando era un bambino nella baraccopoli di Porth Elizabeth non avrebbe mai immaginato di arrivare dov’è adesso, e anche se il suo paese non è più quello dell’apartheid «per il Sudafrica significherebbe moltissimo, ed è inutile nasconderselo - spiega il ct dei sudafricani Rassie Erasmus -, vederlo sollevare la Coppa», considerazione non ristretta all’ambito sportivo.
Altro asso che il Sudafrica proverà a tirare fuori dalla manica per contrastare la corazzata inglese, che parte favorita dopo ciò che ha fatto (e per come ha giocato) contro la Nuova Zelanda, è il metaman Cheslin Kolbe che torna nel XV iniziale (unica novità) dopo aver saltato la semifinale per problemi a una caviglia. In uno sport sempre più fisico e terra di conquista per gente dal fisico gigantesco, il suo metro e 71 di altezza e la sua velocità da gazzella, insomma da Springbok, potrebbero mandare in crisi le strategie difensive della selezione con la rosa dei Lancaster sulla maglia. Che però parte con i favori del pronostico e vuole assolutamente il suo secondo titolo mondiale (il primo lo vinse nel 2003 a spese dell’Australia di Eddie Jones, ora dall’altra parte della barricata): «del resto - spiega Jones - siamo venuti in Giappone, fin dal primo giorno, proprio per questo».
Se Farrell e Ford saranno gli abili skipper di sempre, e Maro Itoje, la «belva» di genitori nigeriani, continuerà a dominare i punti d’incontro e a placcare come sa, l’Inghilterra potrebbe avere partita vinta, ma è meglio non fidarsi dei bookmakers: Inghilterra-Sudafrica sarà comunque una battaglia.