I segreti del secondo oro di Dorothea "Mi stavo accontentando dell'argento poi ho detto: no, combatti!"
Uno show in rimonta, una prova di carattere e di forza che l’ha portata al traguardo sfinita e felice. Dorothea Wierer conquista il secondo oro ai mondiali di Anterselva e scrive definitivamente il suo nome nella storia del biathlon: l’altoatesina, 30 anni il prossimo 3 aprile, dopo aver conquistato il titolo nell’inseguimento ha concesso il bis anche nell’individuale.
Un trionfo che sa di impresa anche per come è andata la gara, con la campionessa chiamata alla rimonta già dal primo poligono, con un errore che l’aveva fatta cadere in 24/a posizione. La svolta arriva però dopo la terza serie di tiro: la Dorothea nazionale si trasforma in super cecchino e colpisce tutti i bersagli. E poi va alla conquista della vetta con una prova sugli sci da numero uno.
Il quinto poligono poi è perfetto, l’azzurra delle Fiamme Gialle esce così da leader con 2«2 sulla tedesca Vanessa Hinz. Con la quale scatta un testa a testa palpitante: ma la spunta la Wierer che centra la doppietta d’oro ai mondiali di casa, il terzo titolo iridato in carriera dopo quello del 2019 nella mass start a Oestersund.
«All’ultimo giro è stata durissima, ero testa a testa con la tedesca Hinz e non sapevo quale fosse la situazione, sulla salita era davvero tosta: a un certo punto mi stavo accontentando dell’argento, ma mi sono detta “no, devi vincere. È un oro, combatti”» il racconto della campionessa azzurra. «Non me l’aspettavo perché avevo iniziato con un doppio errore al tiro - aggiunge la Wierer -. Onestamente non ho sentito i miei tecnici lungo la pista, perché c’era molto tifo ed ero molto concentrata sulla mia gara. Comunque loro fanno un gran lavoro per tutta la squadra e vanno sempre ringraziati».
Il successo di domenica nell’inseguimento (in avvio c’è stato anche l’argento nel team misto con cui l’Italia ha aperto i mondiali) ha portato però l’azzurra in gara stavolta senza ansie. «È stata una gara difficile - ammette Dorothea -, perché c’era vento al poligono, ma non era costante, quindi bisognava stare molto attente a sparare con la massima concentrazione. Si vede anche dal fatto che una sola atleta ha concluso la gara senza fare errori. Io ho sbagliato sia al primo che al secondo poligono, ma sapevo che poteva anche non essere troppo male perché sarebbe stato difficile per tutte non sbagliare. Poi ho trovato due poligoni puliti e mi sono concentrata sul fondo per cercare di dare il massimo. Ora sono felicissima. Sicuramente mi ha aiutato il fatto di aver già un oro al collo, perché mi ha tolto molta pressione e potevo concentrarmi solo sul gesto tecnico senza altri pensieri. È sempre bellissimo avere tutto questo tifo, sulla pista di casa». Con uno show d’oro, il secondo, che vale la storia.