Ingaggi da decurtare, giocatori e mister furibondi
Dopo la mossa unitaria della Lega serie A, resta alta la tensione sul fronte caldo degli stipendi dei giocatori, con i club che comunque lavorano con i propri giocatori ad una soluzione condivisa e mentre la Fifa cerca di dare delle indicazioni generali per un mondo del calcio sempre più preoccupato. Dall’Aic arriva un nuovo affondo sulla decisione dei club di A di tagliare del 33% gli stipendi dei calciatori, nel caso in cui non si dovesse tornare a giocare.
«È una provocazione», afferma il vicepresidente, Umberto Calcagno, il quale sottolinea che «l’assemblea di Lega non ha alcun potere giuridico sulle contrattazioni, che sono già in atto. La provocazione mira a scaricare solo sui calciatori gli eventuali danni del sistema, in attesa di capire se si potrà tornare in campo». Una linea di contrasto che trova d’accordo anche il numero 1 dell’Associazione italiana allenatori (Aiac), Renzo Ulivieri,che parla di esternazione «estemporanea, che lascia il tempo che trova, da parte della Lega perché ancora non sappiamo che fine faranno i campionati. Saranno le leggi statali e le norme della Figc a regolare le singole posizioni», è il parere dell’ex tecnico toscano.
Un invito al buonsenso ne alla collaborazione viene dall’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali, secondo il quale i colloqui già avviati da una settimana con i giocatori neroverdi porteranno presto ad un accordo. «Abbiamo un ottimo rapporto con i nostri calciatori, troveremo un accordo di buon senso - spiega -. Abbiamo iniziato a parlare con ciascuno di loro, visto che alcuni hanno più disponibilità. Sono dei dipendenti ma sono i primi a voler sostenere la loro società e il sistema».
Il patron della Fiorentina, Rocco Commisso, ritiene «molto giusta» la proposta della Lega, seguendo l’esempio della Juventus. Il costo maggiore - insiste - sono i giocatori, se non fanno la loro parte non si può andare avanti.
La Fifa, intanto, approva delle linee guida sui temi più caldi, dal mercato, alle scadenze dei contratti fino appunto agli stipendi. La federazione incoraggia fortemente club e giocatori a lavorare insieme per trovare accordi, ma nel caso non si potessero raggiungere la federazione ha stabilito dei criteri per decidere nel merito e arrivare a soluzioni «giuste ed equilibrate per entrambe le parti», valutando tra l’altro la reale volontà da parte del club di chiudere, la sua situazione economica, la proporzionalità dell’adeguamento al contratto stesso, l’eventuale disparità di trattamento tra giocatori.