Moto Gp: pauroso incidente sfiorata la tragedia in Austria contatto tra Zarco e Morbidelli

San Colombano, patrono dei motociclisti, oggi aleggiava sullo Spielberg. Solo così, e con la tecnologia al servizio dei piloti, si può spiegare il doppio miracolo che ha evitato conseguenze tragiche dopo gli spaventosi incidenti nelle gare di Moto2 e MotoGp, interrotte dalla bandiera rossa.

Hafizh Syahrin, 26 anni, decima stagione nel motomondiale, deve la vita ad una buona dose di fortuna, all’abilità dei colleghi che gli sono sfrecciati intorno, riuscendo a schivarlo mentre lui rotolava sull’asfalto del Red bull Ring e, ultimo ma non ultimo, all’airbag che dal 2018 è obbligatorio in tutte le categorie.

Nella MotoGp è stata invece una enorme dose di fortuna a far sì che le moto di Johann Zarco e Franco Morbidelli, impazzite dopo un contatto, abbiano solo attraversato le traiettorie di Valentino Rossi e Maverick Vinales, senza toccarli. Soprattutto il primo, che s’è visto sfrecciare a pochi centimetri dal casco i 160 chili della Yamaha di Morbidelli. Il francese è ha riportato una forte escoriazione ad un fianco. L’italiano è stato sottoposto ad una tac. Nessun danno grave, ma resterà 24 ore in osservazione.

«Riprendere è stata dura, ma Zarco è recidivo: è andato appositamente a frenare davanti a Morbidelli». È un Valentino Rossi ancora scosso quello che, dai microfoni di Sky Sport, commenta il Gp d’Austria e il suo quinto posto nella gara ripresa dopo l’incidente fra Zarco e Morbidelli.

“Ho avuto tanta paura - dice ancora Rossi - , sono scosso e riprendere è stata dura. Ho corso il rischio più grosso della mia carriera, il santo dei motociclisti ha fatto un grande lavoro, è stata una cosa molto pericolosa, si sta perdendo il rispetto degli avversari: in pista devi essere aggressivo, ma Zarco non è nuovo a queste cose. ha cercato di anneggiare Morbidelli, ora facciano qualcosa di serio a Zarco”.

In Moto2 è stato probabilmente l’airbag inserito nella tuta - capace di gonfiarsi in 15 millisecondi per proteggere schiena e cassa toracica - ad evitare danni peggiori a Syahrin.
Involontario innesco della carambola è stato Enea Bastianini, vittima di un highside durante il quarto giro. Il pilota riminese è riuscito ad allontanarsi indenne, mentre la sua Kalex restava pericolosamente a centro pista. Diversi corridori sono stati bravi ad ad evitarla. Non ha potuto fare nulla Syahrin, che si è trovato la visuale coperta fino all’ultimo e l’ha centrata in pieno, a quasi 200 km/h, volando in alto e ricadendo pesantemente al suolo, mentre frammenti dei mezzi coinvolti partivano in tutte le direzioni.

Ma l’improvvisa decelerazione aveva già provveduto ad innescare il dispositivo che ha salvato Syahrin, liberano il gas contenuto in una piccola bombola che ha gonfiato la tuta e fatto da scudo al busto.

Syahrin è stato subito caricato su un’ambulanza e trasportato al centro medico del circuito. Viste le immagini dell’incidente, è parso un miracolo apprendere che non aveva mai perso conoscenza e rispondeva alle domande dei medici. La tac ai femori ed al bacino ha escluso fratture. Quindi è stato trasferito nel centro traumatologico di Spielberg per ulteriori esami che hanno evidenziato una forte contusione al bacino.


Andrea Dovizioso ha vinto il gran premio d’Austria, suo primo successo quest’anno, tingendo di rimpianto l’addio alla Ducati al termine della stagione 2020, annunciato solo sabato. Ma è stata anche la gara del pauroso incidente che ha coinvolto Johan Zarco e Franco Morbidelli. Un contatto che solo per fortuna non ha causato danni fisici gravi.

La dea bendata ha baciato soprattutto Valentino Rossi, che si è visto sfrecciate a pochi centimetri dal casco la mole della M1 di Morbidelli. «Ho avuto tanta paura - ha detto poi un Rossi molto scosso - Riprendere è stata dura. Ho corso il rischio più grosso della mia carriera, il santo dei motociclisti ha fatto un grande lavoro».
Rossi ha addossato a Zarco la responsabilità di quanto successo: «È recidivo: ha frenato apposta davanti a Morbidelli.

È stata una manovra molto pericolosa, si sta perdendo il rispetto degli avversari: in pista devi essere aggressivo, ma Zarco non è nuovo a certe cose. Ora devono fargli qualcosa di serio».

Dovizioso ha tagliato il traguardo davanti alla Suzuki di Joan Mir e alla Ducati clienti di Jack Miller, avvicinando in classifica il leader del mondiale, Fabio Quartararo, solo ottavo ed ora a +11. Quarto Brad Binder (KTM), vincitore a Brno, quinto Valentino Rossi con la migliore delle Yamaha. Decimo il suo compagno di squadra Maverick Vinales, grande deluso della giornata, autore di una pole che non ha saputo sfruttare in gara.
Per Dovizioso è il 15/o primo posto in MotoGp ed ha coinciso con la 50/o per l’azienda di Borgo Panigale. «Vittoria strana, in un giorno speciale, per tante ragioni - ha commentato il forlivese, che ha mostrato di saper reagire in un momento delicato della carriera - Non era facile ripartire dopo la bandiera rossa. Però sono riuscito a imporre il mio ritmo».
Quattro gran premi della massima cilindrata, tre diversi dominatori. Non succedeva da tempo ed è come se l’assenza del cannibale Marc Marquez avesse scoperchiato le ambizioni di molti dei protagonisti, che finalmente possono guardare al titolo non come ad un miraggio.

Sono state due gare in una, con la ripartenza dopo la bandiera rossa esposta a causa della carambola infernale. Si era all’ottavo giro, con Pol Espargaro (KTM) al comando. Al secondo via, con 20 giri da disputare, Espargaro e il portoghese Miguel Oliveira, anche lui su KTM, hanno infiammato la gara fino ad autoeliminarsi con una caduta. Stessa sorte di Alex Rins (Suzuki), tradito dalla foga nel tentativo di sorpassare Dovizioso per il primo posto.

 

comments powered by Disqus