Sabato scatta il Giro d'Italia Il 21 ottobre il tappone trentino
Sarà in gran parte trentina una delle tappe più attese del Giro d'Italia, in questa imminente e inusuale versione autunnale, dopo il rinvio in primavera a causa della pandemia.
Duecentotre chilometri, il 21 ottobre, da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio, passando per la Valdastico, passo Coe, Aldeno, Garniga, il Bondone, la discesa a Sarche, poi Ponte Arche e il Durone e infine l'ascesa a Madonna di Campiglio.
All'indomani, si partirà da Pinzolo alla volta dei Laghi di Cancano (Bormio), con l'ascesa dello Stelvio.
Chiusa la ricca parentesi mondiale di Imola, la scena ciclistica, dunque, si tinge di rosa, peraltro non senza preoccupaizoni per la situazione meteolorologica, specie alla luce delle nevicate odierne: qualora si ripetessero condizioni simili di qui a venti giorni, alcune salite sarebbero evidentemente improponibili.
A prima vista, il 103° Giro d’Italia di ciclismo, che scatterà sabato dalla cittadina normanna di Monreale, alle porte di Palermo, con una cronometro lunga 15.100 metri che porterà nel cuore commerciale del capoluogo siciliano, è tutto incentrato sul duello a tre fra Vincenzo Nibali (foto), Geraint Thomas e Simon Yates.
Ma è solo un’impressione. A parte le insidie e i richiami tecnico-agonistici della strada, a disegnare la classifica generale della corsa potrebbe quest’anno può contribuire un elemento imprescindibile, visti i tempi: il Covid-19. Un incubo più che una variante impazzita, che al recente Tour de France ha tenuto tutti col fiato sospeso dalla prima alla 21/a tappa, senza poi penalizzare alcuno.
Da Monreale a Milano sarà la stessa cosa, con i tamponi nei due giorni di riposo pronti a ridisegnare le gerarchie di una corsa mai disputata in autunno, con epilogo addirittura domenica 25 ottobre, dopo che i corridori avranno percorso 3.497,9 chilometri, con una media per ciascuna tappa di 166,5.
Chiamatelo Giro d’Italia della ripartenza, certo è che quest’edizione della corsa a tappe Rcs Sport-La Gazzetta dello Sport non perde nemmeno una goccia del proprio fascino, proponendo un tracciato nervoso e moderno, adatto a scalatori che si difendono anche a cronometro. Dunque, alle caratteristiche di gente come Nibali, vincitore del Giro nel 2013 e nel 2016, che ritrova al proprio fianco Giulio Ciccone, l’anno scorso miglior scalatore e maglia azzurra e quest’anno fermato dalla positività al Covid-19; ma anche a Thomas, vincitore del Tour 2018, che vuole conquistare la prima vittoria italiana per la Ineos. E poi, c’è Simon Yates, già maglia rosa per alcuni giorni al Giro 2018, vincitore della Vuelta nello stesso anno e recente trionfatore della 55/a Tirreno.
Ma non solo loro. Per la vittoria o il podio si candidano corridori come l’olandese Steven Kruijswijk che il Giro d’Italia se lo vide scippare proprio da Nibali: era il 2016 e il siciliano fu protagonista di una rimonta all’ultimo respiro con il trionfo finale a Torino. E poi, ancora: Jakob Fuglsang, il danese che rappresenta una certezza sia nelle corse di un giorno (ha vinto l’ultimo Giro di Lombardia) che in quelle a tappe. Lo stesso vale per il polacco Rafal Majka, sempre nel vivo della corsa, soprattutto nelle tappe che contano, e per Wilco Keldermann, il passista-scalatore olandese che viaggia a velocità altissima anche nelle cronometro. Occhio anche al colombiano Miguel Angel Lopez (sul podio di Giro e Vuelta nel 2018) che, se non dovesse incappare in qualche contrattempo, può risalire sul podio.
Non sarà al via il campione uscente, l’ecuadoriano Richard Carapaz, reduce dalle fatiche del Tour; per gli sprint ci saranno Peter Sagan, alla prima partecipazione rosa, ma anche Elia Viviani, Fernando Gaviria, Demare e Caleb Ewan. Alessandro De Marchi andrà a caccia di una vittoria di tappa, idem Diego Ulissi e Giovanni Visconti. Per le crono un solo nome: Filippo Ganna, che rinnoverà il duello con Rohan Dennis. Loro due, assieme a Victor Campenaerts, Tony Martin e Jos Van Emden, andranno a caccia della prima maglia rosa, a Palermo.
Il resto dell’imponderabile sarà affidato al meteo: riuscirà la corsa ad approdare sulla vetta dell’Etna? A Roccaraso, come in Campiglio o sullo Stelvio, o sul Colle dell’Agnello, l’Izoard o a Sestriere, le altre grandi salite attese, nella tappa del 24 ottobre?
Gli organizzatori incrociano le dita, affidandosi anche alla cabala. Del resto, il Giro è stato ridotto anche nel mese di maggio, ossia a primavera inoltrata.