Sinner non è più italiano: residenza (anche fiscale) trasferita a Montecarlo
«Jannik Sinner ha violato qualche legge prendendo la residenza a Montecarlo? Non mi risulta. Se io voglio vivere a Canicattì o in Finlandia sono affari miei, purché rispetti le regole. E poi se le tasse italiane fossero eque in rapporto ai servizi che i cittadini ricevono in cambio nessuno sentirebbe il bisogno di andare all’estero». Nicola Pietrangeli, uno dei più grandi tennisti italiani di sempre, difende a spada tratta il 19enne di San Candido, fresco vincitore del suo primo torneo Atp. Sulla cui scelta di «emigrare» nel Principato di Monaco monta la polemica, soprattutto in un momento economicamente così difficile per il suo Paese.
«La verità e che l’Italia è una nazione di invidiosi - si accalora Pietrangeli - Io ho la residenza a Montecarlo da decenni e posso assicurare che qui le tasse si pagano e sono pure alte. Poi, però, nessuno viene a farti i conti in tasca se hai la macchina di lusso o la barca. Non come in Italia, dove se hai lo yacht sei guardato con sospetto ed i porti turistici sono stati costretti a chiudere perché chi poteva se n’è andato in Croazia».
I tennisti, poi, «passano almeno 10-11 mesi l’anno lontani da paese natio e quindi certo non possono essere accusati di prendere una residenza fittizia per motivi fiscali - aggiunge Pietrangeli - Da un punto di vista dell’immagine capisco che non sia bello, ma Sinner di certo non ha infranto la legge.
Piuttosto lo Stato si impegni per far emergere il sommerso di chi le tasse le evade davvero, dei supermiliardari che dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza, tanto più di questi tempi. Non sarà certo Sinner a causare un buco nelle casse del fisco».