La protesta dei corridori: troppe cadute, serve più sicurezza
Oggi prima della quarta tappa un minuto di stop per denunciare il clima eccessivamente nervoso e alcune scelte di percorso, dopo un'altra giornata segnata da raffiche di incidenti, con tre atleti di alto livello già fuori gara per infortunio e molti altri partiti dopo le medicazioni
ROMA. Polemiche al Tour de France che oggi è partito dopo una tappa, ieri, segnata da una serie di cadute anche gravi, soprattutto nel finale di gara.
Cadute hanno caratterizzato tutte le prime tre tappe del Tour e stamattina la carovana gialla si è fermata per un minuto, in segno di protesta, al via della quarta tappa.
I ciclisti in gara hanno deciso di non scioperare ma di farsi sentire e di chiedere un dialogo sulla sicurezza con tutte le parti coinvolte: l'Uci, gli organizzatori del Tour e i responsabili di tutte le squadre.
Dopo la caduta provocata tre giorni fa da una donna che ha colpito inavvertitamente3 Tony Martin con un cartello, ieri a creare problemi sono stati velocità e nervosismo lungo stradine in cui si sgomita andando a oltre 50 all'ora.
Purtroppo in molti, anche fra gli atleti di classifica, sono volati sull'asfalto.
Caduto ieri al chilometro 37 della terza tappa, l'olandese Robert Gesink (Jumbo) oggi non è ripartito: gli sono stati diagnosticati un trauma cranico e una commozione cerebrale.
L'australiano Jack Haig (Bahrain) è caduto negli ultimi chilometri e soffre di una commozione cerebrale, ma anche per la rottura della clavicola sinistra.
Il suo connazionale Caleb Ewan (Lotto) è caduto in volata e si è rotto la clavicola sinistra. Oggi non partirà e domani verrà operato.
"Non è stata una bella giornata, abbiamo visto troppe cadute nuovamente ed è tutto davvero frenetico. Quando ho tagliato il traguardo non sapevo quanto tempo avessi perso o se avessi mantenuto la maglia bianca. Ho sentito che alcuni miei rivali sono cascati e hanno perso tempo, ma non è quello che vogliamo vedere.
Questi primi giorni sono stati davvero stressanti, speriamo che la situazione si calmi presto", ha commentato Tadej Pogacar, vincitore l'anno scorso, al termine della terza tappa, la Lorient-Pontivy di 182.9 km.
Il vincitore del Tour 2020 ha perso 26 secondi mentre è andata peggio al connazionale e rivale per la generale, Primoz Roglic, che ha concluso a 1'21" dal vincitore, il belga Tim Merlier (Alpecin).
Sotto il traguardo i migliori italiani sono stati Davide Ballerini, quarto, e Sonny Colbrelli, quinto.
L'olandese Mathieu van der Poel, compagno di squadra di Merlier, ha conservato la maglia gialla.
L'australiano Caleb Ewan è caduto all'ultima curva trascinando a terra lo slovacco Peter Sagan.
I primi tre favoriti del Tour hanno tutti avuto problemi in questa tappa di pianura, la terza in Bretagna.
Pogacar è stato ritardato nella stretta discesa verso Pontivy, dove una caduta ha coinvolto diversi corridori.
Pochi minuti prima, il vicecampione dell'edizione scorsa, Roglic (nella foto qui sotto), si è ritrovato a terra con diversi suoi compagni di squadra della Jumbo.
È ripartito con un ritardo di oltre un minuto sul gruppo, a 10 chilometri dal traguardo.
Anche il britannico Geraint Thomas (Ineos) è caduto durante la prima parte della tappa.
Secondo un medico della manifestazione, il vincitore del Tour 2018 potrebbe soffrire di una lussazione alla spalla destra.
A terra si è ritrovato anche l'australiano Jack Haig, leader della squadra del Bahrain.
Per vincere la tappa, Merlier, che ha beneficiato del lavoro di van der Poel negli ultimi 2 chilometri, è uscito vittorioso da uno sprint snaturato dall'assenza di molti dei suoi più attesi protagonisti.