Alex Vinatzer al forum dell’Adige: «Sono pronto per vincere»
Il 21enne campione gardenese ha raccontato il suo mondo, le "cicatrici di guerra" del recente passato, gli allori di ieri ma soprattutto i progetti del futuro. Però il primo pensiero va alla stagione andata in archivio, forse la più complicata della storia dello sci
BOLZANO. La faccia pulita del bravo ragazzo, i modi gentili, raffinato nei pensieri, mai banale nei concetti. Un esempio di stile anche davanti a telecamere e taccuini come se dovesse danzare con la sostenibile leggerezza dell'essere tra un palo snodabile e l'altro dello slalom. Già, perché Alex Vinatzer, il numero uno dello sci italiano in slalom speciale, ha partecipato al forum dell'Adige con il direttore Alberto Faustini.
Il 21enne campione gardenese ha raccontato il suo mondo, le "cicatrici di guerra" del recente passato, gli allori di ieri ma soprattutto i progetti del futuro. Però il primo pensiero va alla stagione andata in archivio, forse la più complicata della storia dello sci.
«Una stagione davvero problematica - esordisce Alex Vinatzer - il Covid ci ha costretto a vivere in una bolla, con tampone ogni tre giorni, gare senza pubblico e contatti limitati al minimo anche in famiglia e per fortuna non avevo la fidanzata (ride n.d.r.). Sono stato fortunato che non mi sono ammalato ma non a tutti i miei collegi sciatori è andata così bene».
Però oltre al Covid ci sono state altre difficoltà…
«Sì, in estate stavo bene, mi ero preparato al meglio ma poi è arrivata questa maledetta appendicite, l'operazione, le settimane perse di allenamento e poi anche in gara non tutto è andato per il meglio con le 5 uscite di fila in slalom che sicuramente mi hanno condizionato. Ma dagli errori si impara e credo di aver imparato di più in questi ultimi dieci mesi che in tutta la mia carriera».
Lo slalom è la specialità del diavolo con l'inforcata sempre in agguato…
«Purtroppo è il fascino ma anche la maledizione dello slalom. Puoi prepararti al meglio, essere al top della condizione ma poi arriva un palo che ti sbatte in faccia, una lastra di ghiaccio, un cumulo di neve e sei fuori anche per qualche millimetro a meno che non ti chiami Marcel Hirscher».
Sì può allenare anche questo aspetto?
«Ho fatto un enorme lavoro mentale e anche dal punto di vista tecnico ci sono stati dei cambiamenti: ho un altro skiman e ho apportato delle correzioni a scarponi e sci. Speriamo che arrivino i risultati anche se i test sono stati positivi e in allenamento non ho mai inforcato».
Della passata stagione passata resta l'amaro in bocca per il quarto posto mondiale e la collezione di medaglie di legno…
«Considerando che sono gardenese il legno va anche bene. No, scherzi a parte voglio arrivare a vincere in Coppa del mondo e piazzarmi bene nella generale».
Tra pochi gironi compie 22 anni, non sarà più una promessa ma c'è l'aspettativa dell'esplosione definitiva…
«Sì, anche se 22 anni per uno sciatore sono ancora relativamente pochi. C'è ancora da accumulare esperienza e la piena maturità arriverà più avanti».
Un "vecchio" leone come Manfred Mölgg non molla. Un aiuto per voi giovani?
«Assolutamente. È un campione vero, che si allena e si sacrifica tutti i giorni e per tutta la squadra è uno stimolo e un esempio da seguire».
Come il suo idolo Bode Miller?
«Da bambino ero pazzo dell'americano e mi vestivo come lui. Spero di riuscire a vincere un po' per emularlo».
Però Miller faceva anche discesa, superG e gigante…
«Magari in futuro arriverò a fare anche il superG e qualche combinata. Adesso però mi sto preparando seriamente in gigante tanto che la tabella di allenamento è divisa equamente tra porte larghe e pali stretti. Gli esiti sono incoraggianti, non si dicono i tempi di allenamento ma sono alla pari con i miei compagni specialisti di gigante».
La prossima sarà stagione olimpica: appuntamento a Pechino con quali aspettatve?
«Con grandi aspettative, sarà un'incognita un po' per tutti: piste sconosciute, neve inedita, fredda e aggressiva. Sarà importante andare lì per tempo per adattarsi al meglio alle condizioni».
Sarà una stagione trionfale anche negli sport invernali come lo è stata per quelli estivi?
«Sarebbe bello. Mi sono emozionato a vedere Berrettini a Wimbledon e poi ero di riposo il giorno di Jacobs e Tamberi e me li sono gustati».
Sinner nel tennis, Vinatzer nello sci e Giannelli nel volley; la meglio gioventù dello sport italiana è altoatesina…
«Davvero uno strano fenomeno. Sarà l'aria buona o più probabilmente il fatto che tutti da ragazzi pratichiamo molti sport e prima di optare per quello definitivo abbiamo acquisito una certa polivalenza motoria». Alex Vinatzer è pronto.