Djokovic fermato di nuovo, il governo ne ha chiesto l'espulsione dall'Australia: domattina l'udienza decisiva
Il tennista serbo colpito da una secondo richiesta per l'allontanamento dal Paese (e al torneo): non è vaccinato e secondo le autorità avrebbe presentato documenti non credibili sulla presunta guarigione dal covid. Nadal: «Sarà un grande Australian Open con o senza di lui»
ROMA. Non finisce la "telenovela" sulla partecipazione di Novak Djokovic agli Australian Open di tennis: il campione serbo è di nuovo in stato detenzione, lo rendono noto i suoi avvocati.
Djokovic si trova nello stesso Park Hotel per immigrati e richiedenti asilo in cui era già stato detenuto alcuni giorni.
Secondo il governo, infatti, la presenza in Australia del numero uno del tennis mondiale, non vaccinato contro il Covid, "potrebbe incoraggiare il sentimento contro i vaccini".
Le autorità australiane hanno presentato per questo una memoria davanti alla giustizia, chiedendo l'espulsione del tennista serbo dal Paese.
Domattina, ora italiana, l'udienza decisiva sulla richiesta di espulsione: se sarà accolto l'apepllo, Djokovic scenderà in campo lunedì. In caso contrario dovrà lasciare l'Australia e rischia di essere colpito anche da un bando d'ingresso per i prossimi tre anni.
L'udienza, alle 9 ora italiana, sarà trasmessa in diretta nel canale YouTube della corte federale autraliana.
Il visto di Djokovic era stato annullato una prima volta per irregolarità nella documentazione covid per l'ingresso in Australia. Poi un giudice aveva cassato il provvedimento e consentito al tennista di lasciare il centro di accoglienza in cui era osptitato in attesa delle decisioni giudiziarie.
Poi i legali del tennista avevano prodotto una documentazione che avrebbe certificato la positività di Djokovic al covid a metà dicembre, la successiva guarigione e quindi l'attuale esenzione dall'obbligo vaccinale.
Ma le autorità australiane spiegano di aver verificato che tali documentazioni non sarebbero credibili, inoltre risulterebbe che Djokovic abbia partecipato a eventi pubblici o comunque fosse normalmente in contesti sociali in giornate in cui sarebbe stato sottoposto all'isolamento, appunto, perché contagiato dal coronavirus.
Il ministro Alex Hawke, responsabile del governo per l’immigrazione, la cittadinanza e gli affari multiculturali, ha emesso il seguente decreto di annullamento del visto d’ingresso del serbo Novak Djokovic: «Oggi, venerdì 14 gennaio 2022, ho esercitato il mio potere di annullare il visto detenuto dal signor Novak Djokovic per motivi di salute e buon ordine, sulla base del fatto che ciò fosse nell'interesse pubblico.
Questa decisione ha fatto seguito agli ordini del Federal Circuit e Family Court del 10 gennaio 2022, annullando una precedente decisione di annullamento per motivi di equità procedurale.
Nel prendere questa decisione, ho considerato attentamente le informazioni fornitemi dal Dipartimento degli Affari Interni, dall'Australian Border Force e dal signor Djokovic.
Il governo del Primo ministro Scott Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell'Australia, in particolare in relazione alla pandemia di Covid-19».
Nette le parole di Rafa che commenta la situazione di Djokovic: «L'Australian Open è molto più importante di qualunque giocatore. Sarà un grande Australian Open con o senza di lui», ha concluso lo spagnolo.
Sul caso Djokovic è intervenuto anche Andy Murray, che ha detto: «Brutta storia per tutti, ma non voglio tirare un calcio a Nole mentre si trova a terra. Una situazione che fa male agli Aus Open. Sui vaccini: quando ho fatto il richiamo l’infermiere mi ha detto che in terapia intensiva c’erano tutti pazienti no-vax. Bisogna vaccinarsi a tutti i costi».
A quanto pare, insomma, l'atteggiamento e le scelte di Djokovic stanno creando una certa irritazione anche nell'ambiente del tennis.