Mass start deludente per Doro Wierer: "Ma sono felice del mio bronzo. Le Olimpiadi 2026? Sarebbe un sogno ma non so se ci arriverò..."
La campionessa altoatesina che vive in val di Fiemme ha chiuso al 22° posto l'ultima prova pechinese, anche oggi condizionata da freddo e vento: decisivi gli otto errori al poligono. "Un'esperienza molto faticosa. Il livello era altissimo, c'erano tante atlete che potevano andare sul podio..."
PECHINO. Delusione per Dorothea Wierer.
L'azzurra del biathlon, altoatesina residente in val di Fiemme, allo Zhangjiakou National Biathlon Centre, ha chiuso al 22° posto la mass start di 12,5 chilometri, anticipata di un giorno per via del timore delle condizioni climatiche eccessivamente ventose e di temperature troppo rigide.
La finanziera 31enne, dopo il terzo posto nella pursuit, è apparsa disturbata dal forte vento e ha commesso diversi, insoliti errori al poligono, otto in tutto.
Medaglia d'oro alla francese Justine Braisaz-Bouchet, seguita dalle norvegesi Tiril Eckhoff e Marte Olsbu Roeiseland, rispettivamente seconda e terza.
La Wierer, che nel suo palmares vanta altri due bronzi olimpici (2014 e 2018, entrambi con la staffetta mista), si presentava al via come una delle favorite, considerando che nella mass start ha conquistato in carriera un oro e un argento iridati e una Coppa del mondo di specialità, oltre a essersi aggiudicata, un mese fa, ad Anterselva, l'ultima gara del circuito maggiore prima dei Giochi.
"È stata una Olimpiade faticosa e impegnativa. C'erano freddo, temperature basse e tanto vento. Sono contenta di aver conquistato una medaglia (bronzo nella 7,5km sprint, ndr) ma è stato difficile. È andata bene; peccato per oggi. Ho fatto tanti errori al poligono: due per ogni poligono sono troppi a questo livello", ha detto Doro.
L'azzurra ha chiuso la gara un ritardo di 3'23" dalla vincitrice, commettendo in tutto 8 errori, due per ogni poligono.
"Il livello era altissimo, c'erano tante atlete che potevano andare sul podio. Inoltre, avevano dei materiali di un livello superiore: questo dà una spinta in più. Noi eravamo nella media. Questo è un fattore che fa parte dello sport", ha aggiunto la Wierer ai microfoni di Rai Sport.
Per lei, però, "il momento più difficile è stata la staffetta mista perché ho patito tantissimo vento e freddo, non ero pronta mentalmente a queste condizioni, in più la pista era difficilissima con moltissimo ghiaccio, quello è stato un inizio traumatico.
Il livello è stato altissimo, con tante atlete che possono giocarsi il podio e la differenza più grossa era sui materiali che ovviamente ti davano una spinta in più.
Noi eravamo nella media ma le gare si fanno molto sul poligono dove alcuni giorni abbiam lavorato benissimo, mentre altri siamo andati meno bene ma fa parte dello sport di alto livello".
E guardando al 2026 e a Milano-Cortina, chiosa: "Il sogno di ogni atleta è quello di fare l'Olimpiade a casa, ma bisogna essere realisti, non so se ci arriverò. Abbiamo ancora tre settimane di Coppa del mondo in cui posso giocarmi la coppa di specialità nella mass start e vorrei ancora confermarmi nelle posizioni di vertice della classifica generale, poi a fine stagione a bocce ferme ci penserò".
Per tornare all'oggi e a Pechino, va detto che il norvegese Johannes Boe ha vinto l'oro nella gara olimpica di biathlon, mass start uomini.
L'argento è andato allo svedese Martin Ponsiluoma, il bronzo all'altro norvegese Vetle Sjaastad Christiansen.
L'azzurro Dominik Windisch, 32enne altoatesino del Centro sportivo Esercito, ha colto il quinto posto.
Ventisettesimo Lukas Hofer, in una prova condizionata dai sei errori al poligono.