Che cosa fa Amos Mosaner adesso che le Olimpiadi sono finite? Ce lo spiega lui, insieme ai segreti del curling
La stagione non è finita, in partenza per tanti tornei all’estero, compresa Las Vegas. In arrivo anche uno spot pubblicitario insieme a Fabio Volo, «ma un reality non lo farei mai»
TRIONFO Oro nel curling, medaglia "trentina"
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CEMBRA. Amos Mosaner, come è cambiata la sua vita dopo l'oro alle Olimpiadi?
Sono arrivate tante richieste di interviste e qualche azienda per una sponsorizzazione.
Le piace?
Dico la verità: in questo momento siamo molto presi con il finale di stagione. Ma fa piacere, certo.
Quali aziende l'hanno cercata?
Non so se posso dire la più importante. Dico solo che abbiamo già girato lo spot, che uscirà l'8 giugno. Abbiamo girato a Bormio, con Fabio Volo.
Le piace essere riconosciuto?
Mi piace se serve al nostro sport. Già partecipare alle Olimpiadi è stato un grande risultato, figurarsi la vittoria. Il curling ha bisogno di crescere e di aumentare il numero dei tesserati.
Quanti sono i tesserati?
Tra i tre e i quattrocento in Italia. Sarebbe bello aumentare questo numero, anche in vista delle prossime Olimpiadi, in casa.
Il curling ha le potenzialità per piacere ai giovani?
Certo. La concorrenza è molto forte, con il calcio, il ciclismo e il basket, ma il tutto diventa ancora più difficile perché i palazzetti non si trovano all'interno delle città, dove ci sono più ragazzi. Basti pensare che Milano, ad esempio, non ha nemmeno una pista dedicata.
Come si avvicinano i giovani al curling?
Chiedendo loro almeno di provarci. Spiegando le regole di questo sport, che prevede molta strategia e ha una forte componente fisica, diventata sempre più importante negli ultimi anni.
In che modo?
L'azione di sweeping (lo spazzamento) fa la differenza, anche nei piccoli dettagli.
Dicono che lei e Sebastiano Arman siete i migliori al mondo, in questo senso.
Devo essere sincero: siamo messi bene nell'azione di sweeping, anche a livello mondiale.
È faticoso fare una partita di curling?
Utilizziamo una fascia cardio per tenerci monitorati, ma dovrei chiedere al mio preparatore per sapere quanti chilometri percorriamo ad ogni partita. In media io brucio 1.500 calorie, in circa due ore.
Ci può spiegare quanto è importante l'azione dello spazzamento? Cambia davvero un lancio?
Il lanciatore cerca sempre di essere il più preciso possibile. Ma è impossibile giocare al 100 per cento tutta la partita. Gli spazzatori possono recuperare due metri, ad esempio, se il lancio è corto.
Quindi lo spazzatore può velocizzare un tiro?
Ridurlo no, velocizzarlo sì. E anche far cambiare la traiettoria. Molto dipende anche dal numero delle rotazioni che vengono date alla stone: con sei rotazioni, ad esempio, la stone tenderà a girare meno rispetto a chi fa un lancio con due.
La partita la vinci con il lancio o con la correzione?
Chi lancia fa il settanta per cento. Il restante trenta lo fa chi spazza e chi "chiama" il tiro dall'altra parte, chi ti dà le indicazioni. Bisogna essere bravi a lanciare, a spazzare e a comunicare.
Quando ha iniziato con il curling?
Ho le foto: avevo tre o quattro anni. Ho mosso i primi passi sul ghiaccio grazie a mio papà: il curling è una passione di famiglia. A 8-9 anni le prime gare.
Fino a quando continuerà a giocare?
Sicuramente per il prossimo ciclo olimpico. Se sto bene, anche per un altro, cioè otto anni in tutto.Ci sono nazionali con atleti oltre i quarant'anni.Sempre meno. Le squadre si sono ringiovanite tanto, negli ultimi anni.
Dopo farà l'allenatore?
Mi piacerebbe allenare. Lo farei anche adesso, ma non riesci a fare il giocatore e l'allenatore, perché ti alleni la mattina e il pomeriggio.
Com'è la sua giornata?
Di solito è: mattina ghiaccio e pomeriggio palestra, oppure viceversa. Ci sono giorni in cui lasciamo da parte la palestra e facciamo solo ghiaccio.
Ha un preparatore atletico?
Sì, un preparatore del Coni, che ci consegna le tabelle. A volte facciamo allenamenti via Zoom oppure ci incontriamo: nel fine settimana è stato con noi a Pinerolo. E poi partecipa ai raduni federali.
Avete anche un mental coach.
Sì, Alessandro Cecilia, che collabora anche con la Juventus giovanile. Lavoriamo sulla parte mentale, sulle dinamiche in campo, sui comportamenti dopo un errore, su come pensare positivo.
Come mai, dopo l'oro in coppia con Stefania Constantini è andata così male nella prova a squadre maschile?
Difficile dirlo. Di sicuro anche noi ci aspettavamo qualcosa in più: abbiamo mancato le partite con Russia e Cina. Con quelle due vittorie ci saremmo qualificati ai playoff.
Sì vive di curling?
Nel 2017 ho partecipato ad un bando sportivo dell'Aeronautica: sono riuscito ad entrare ed è una grande opportunità. Prima lavoravo all'azienda agricola Zanotelli, qui a Cembra: i titolari mi lasciavano il tempo per l'allenamento e le gare, e li ringrazierò per sempre. Andare in campagna mi piaceva.
Lei è stato un buon ciclista, da ragazzo.
Sì, e d'estate esco ancora con la bici da corsa. Mi è un po' dispiaciuto lasciare il ciclismo, ma non ho rimpianti. Resto un appassionato, soprattutto quando ci sono i grandi giri.
Un idolo sportivo?
LeBron James, campione Nba. Nel curling Kevin Martin, campione olimpico nel 2010 a Vancouver con il Canada.
E il calcio?
Mi guardo volentieri le partite, quando posso. Sono interista. Il giocatore preferito è Milan Skriniar.
Alle Olimpiadi si è goduto il clima del villaggio degli atleti o il Covid ha fermato tutto?
La paura del Covid ha condizionato tutto. Anche dentro il villaggio le restrizioni erano evidenti: mascherina sempre, il plexiglas in mensa, pochissime persone nelle aree comuni.
La sua stagione è tutt'altro che finita.
Esatto. Giovedì partiremo con la nazionale maschile per un torneo internazionale ad Aberdeen, in Scozia. Poi il 26 e 27 marzo avremo le fasi finali dei campionati nazionali di serie A a Cembra e poi il 30 partiremo per Las Vegas, per i mondiali.
Non male.
E da Las Vegas andremo direttamente a Toronto per un Grand Slam. Ritorneremo e dal 22 al 29 aprile ci sarà il Mondiale di double mix a Ginevra. Per finire, dal 3 all'8 maggio, se ci qualificheremo, l'ultimo Grand Slam ad Alberta, di nuovo Canada.
Quali Paesi ha apprezzato di più?
Direi la Svizzera: mi sembra di essere a casa, con le montagne e il paesaggio. Come città, Toronto, anche perché è molto sportiva. Las Vegas è una realtà davvero diversa, e visitare il Grand Canyon è stata una bella esperienza.
Stefania Constantini ha detto di aver ricevuto una proposta per partecipare ad un reality.
Ho letto anch'io. Ma a me non l'ha detto.
Lei lo farebbe?
Io no, almeno fino a quando sono un atleta.
Molte coppie del double mix sono marito e moglie. Non è il vostro caso.
E forse questo ha aiutato. Avere troppa confidenza forse non fa bene: ognuno fa il suo ruolo, cercando di tirare fuori il meglio.
Lei comunque fa ancora coppia sportiva con la sua fidanzata Alice Cobelli.
Sì, i campionati italiani di double mix li faremo insieme. Abbiamo fatto un Mondiale in coppia. Per il futuro vedremo, anche perché lei non è professionista ed è difficile trovare il tempo per allenarsi.
Ora lo può dire: prima dei Giochi sperava nell'oro o era un sogno lontano?
Eravamo arrivati quinti al Mondiale di Aberdeen e due volte secondi a tornei internazionali. Sapevamo di poter fare bene, ma non così bene: ero consapevole di poter entrare tra le prime quattro.
Vincere dodici partite su dodici: un trionfo.
Sì, vincere in questo modo non era prevedibile.Siete stati perfetti tutti e due.Diciamo che il giusto mix ci ha portati al successo. Forse Stefania aveva meno esperienza dal punto di vista strategico, ma i tiri li sa fare, eccome. È anche molto fredda quando deve tirare. La fiducia reciproca è stata massima.
Nel 2026 non sarebbe male bissare l'oro alle Olimpiadi di casa.
Cercherò di arrivare al massimo. L'età è giovane, anno per anno cercheremo di lavorare al meglio con la squadra giusta e gli allenatori giusti e aumentare sempre di più il nostro livello, in modo da colmare quel piccolo gap con le grandi nazioni, come Svezia, Scozia e Canada.
Le gare di curling dove si terranno, nel 2026?
A Cortina.
Cortina è la capitale del curling?
No, il ghiaccio migliore lo trovi a Cembra.
Qui c'è il centro federale.Merito di papà Adolfo, ice maker del palacurling.
Sicuramente. Lui fa il suo lavoro con passione. Se siamo arrivati all'oro olimpico è anche grazie a dove ci alleniamo e a tutte le persone che hanno dato il loro contributo.