Ice Rink di Piné, sfuma il mega-progetto milionario, «un costo insostenibile», e il Comune cerca un piano B
La proposta di Fincantieri, con l’archistar Ratti da 180 milioni è stata bocciata la Nucleo di Valutazione. L’Altopiano cerca una soluzione veloce, anche con una struttura temporanea e rimovibile
BASELGA DI PINE’. Era troppo bello per essere vero. E infatti il sogno del Comune di Baselga di Piné di vedere realizzato a Miola un meraviglioso stadio del ghiaccio, firmato dall'archistar Carlo Ratti, come proposto da Fincantieri alla Provincia, per un costo di 180 milioni di euro (realizzazione e gestione ventennale), si è infranto in meno di due mesi.
Il costo è insostenibile: lo ha stabilito subito il Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici), che svolge funzioni di supporto istruttorio alla giunta provinciale in materia di realizzazione di opere e servizi pubblici, attraverso gli strumenti di partenariato pubblico-privato.
L'istruttoria non è ancora conclusa (c'è tempo 90 giorni dal 25 gennaio), ma dopo una prima valutazione della proposta di project financing di Fincantieri, il Navip ha chiesto alla società proponente, durante un incontro che si è tenuto giovedì scorso, di ridimensionare la proposta, ritenendo l'investimento assolutamente fuori scala per la piccola Piné e insostenibile per i costi di realizzazione e mantenimento, una volta spente le luci sulle Olimpiadi invernali del 2026.
Il sindaco di Baselga di Piné, Alessandro Santuari, ha mostrato tutta la sua delusione nel comunicare giovedì sera al consiglio comunale del suo paese che gli organi di controllo della Provincia si sono incontrati con Fincantieri per cercare di ridimensionare e ridefinire il progetto, ma senza riuscirci.
Benché non sia stata ancora presa una decisione conclusiva, l'aria che si respira a Baselga di Piné è che ora la Provincia cercherà di seguire altre strade.Ieri, il governatore Maurizio Fugatti, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, si è sentito in dovere di rassicurare l'altopiano di Piné, che ora inizia a preoccuparsi, dicendo che: «Su Baselga di Piné la volontà della Giunta è quello di mettere a disposizione un impianto in linea con le richieste che ci arrivano dagli organizzatori delle Olimpiadi 2026, al di là del parere Navip».
E infatti sui requisiti che il palazzetto deve assolutamente avere per essere ritenuto idoneo alle gare di pattinaggio velocità è previsto anche un passaggio con il Comitato olimpico.
È evidente, comunque, che ormai il tempo inizia a scarseggiare, visto che tutti gli impianti per Milano-Cortina 2026 devono essere ultimati e testati entro il 2025, e per quanto riguarda Piné non c'è ancora neppure il via libera a un progetto e il suo finanziamento, tanto che i più pessimisti temono persino che alla fine il Comitato olimpico possa prendere in considerazione un'altra soluzione, magari persino di ripristinare lo stadio utilizzato per le Olimpiadi di Torino 2006, piuttosto che realizzare un nuovo impianto a Piné. Senza contare che c’è sempre la concorrenza di Milano, che ha più volte proposto la propria Arena.
Ma il Comune dell'Altopiano è determinato a riuscire a diventare sede olimpica. E ha pronto il «piano B». Proprio l'altra sera, in consiglio comunale, l'amministrazione ha presentato il Documento unico di programmazione in cui compare, tra le opere prioritarie da realizzare, anche se non ancora finanziate, proprio l'adeguamento dello stadio del ghiaccio, per 15.500.000 euro (soldi già previsti ma non stanziati dalla Provincia), più la copertura dell'anello olimpico Giochi Milano-Cortina 2026 per altri 20.870.780 euro.
Il Comune ha già pronto, insieme a Trentino Sviluppo che dovrebbe occuparsi della gara, un progetto "minimale" con una struttura rimovibile temporanea finalizzata allo scopo che appunto verrebbe a costare circa 40 milioni di euro. Insomma, sarà anche un progetto banale, non così bello come quello dell'architetto Ratti, ma a questo punto per Piné l'importante è riuscire ad avere il suo palazzetto del ghiaccio in tempo utile.