Il primo allenamento dei gialloblù con il nuovo mister Bruno Tedino
L’ex tecnico di Palermo e Pordenone già al lavoro in campo con la squadra, prende il posto di Lorenzo D’Anna, esonerato domenica sera, dopo la sconfitta casalinga con il Renate
TRENTO. Primo allenamento, oggi, dei gialloblù con il nuovo mister Bruno Tedino, cheiamato a prendere il posto di Lorenzo D’Anna, esonerato domenica sera, dopo la sconfitta casalinga con il Renate (0-2).
A Trento, dunque, è arrivato l’ex tecnico di Palermo e Pordenone, seguito anche da Spal e Triestina.
La presentazione ufficiale è fissata per domani, ma già oggi Tedino era in campo per dirigere il primo allenamento.
Classe 1964, nato a Treviso da mamma friulana e papà campano di Foglianise, Tedino ha avuto una carriera da calciatore brevissima, interrotta ad appena 22 anni da un problema fisico.
Ma si sa che ci sono rovesci che possono diventare occasioni, Tedino coltiva le sue diventando allenatore. Riparte negli anni Ottanta, tanta gavetta nelle giovanili di Treviso, Conegliano e Montebelluna e Venezia, seguita dalle avventure in prima squadra, con Sandonà, Novara, e Südtirol, in C2 nella stagione 2003/2004, chiusa al terzo posto. Un’esperienza agrodolce, terminata anzitempo prima dei play-off. La C1 comincia a frequentarla con Pistoiese e Sangiovannese, poi la parentesi in D con lo Jesolo prima dell’approdo alla Nazionale Italiana Under 16 e Under 17.
Il miracolo sfiorato con il Pordenone nella stagione 2016/2017, la B accarezzata sino alla semifinale con il Parma, è il suo trampolino di lancio, Zamparini, conosciuto a Venezia, gli affida la guida del Palermo tra i cadetti. Dopo le panchine con Teramo e Virtus Entella in Lega Pro, torna a Pordenone giusto un anno fa, senza però riuscire nell’impresa di salvare i ramarri dalla retrocessione.
Il 4-3-1-2 (col rombo) è il modulo preferito dal tecnico che in passato ha rivelato di ispirarsi sia a Sacchi che a Guardiola. «I moduli? È uno sport di movimento, per me conta lo sviluppo delle due fasi, come gestire quella di non possesso e giocare palla a terra. Sacchi ha cambiato il nostro calcio, Guardiola ha invece introdotto un nuovo concetto, quello del recupero della palla in 3-4 secondi - raccontava qualche anno fa -. La ritengo la cosa migliore degli ultimi 15 anni. Lo ha fatto con atleti di grande talento, ma lo si può fare ad ogni livello. Io, ad esempio, ci provo con i miei calciatori. Il segreto? Avere un gruppo di persone, staff compreso, molto disponibile».
Risolto il primo nodo per il Calcio Trento, toccherà poi al secondo, quello relativo al direttore sportivo, figura obbligatoria tra i pro. Circolano due nomi, quelli di Oscar Magoni e di Giorgio Zamuner, ex Padova, in passato al fianco dello stesso Tedino.