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Olimpiadi e lo “scippo“ del pattinaggio: il Trentino sia unito e si faccia sentire

In una giornata che potrebbe essere decisiva per il futuro olimpico di Pinè, il consigliere comunale Pierluigi Bernardi ricostruisce il cambio in corsa del presidente del Coni Malagò

IL VIDEO Clima, ambiente, Olimpiadi: il futuro delle Dolomiti

di Pierluigi Bernardi

TRENTO. Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, aveva annunciato il 26 ottobre 2022: “Se serve, noi ci siamo”, ed aveva concluso: “L'essere a Losanna al Comitato Olimpico Internazionale ha consentito a Torino di trovare interlocutori in quel contesto per ragionare su eredità olimpica e prospettive. Ci mettiamo al servizio del Paese. Siamo contentissimi che le Olimpiadi Invernali nel 2026 arrivino in Italia, a Milano e Cortina, se ci saranno le condizioni faremo quello che possiamo per rendere questa grande occasione di sport una bella vetrina, anche per Torino, e per l'Italia tutta”.

Non arriva a sorpresa la dichiarazione di fine anno dello stesso sindaco “Il nostro patrimonio è a disposizione”. Non vogliamo focalizzarci su decisioni politiche – che saranno prese da persone responsabili e responsabilizzate dal senso delle istituzioni. Ma vogliamo ricordare alcune dichiarazioni che possono essere fonti di ispirazione per le future negoziazioni, che avranno ricadute territoriali importanti per tutto il Sistema Italia.

Al Festival dello Sport 2019, a Trento, Giovanni Malagò, Presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina, aveva affermato in un incontro su Milano-Cortina 2026: “Penso che in generale l'unità sia un obiettivo da perseguire, in tutti i settori, ma questo è molto difficile nel nostro Paese: lo sport è forse uno dei pochi ambiti dove non ci sono differenze in base al colore della pelle, non ci sono divisioni partitiche. Questa unità la dobbiamo mantenere”.

Nella stessa occasione, Octavian Morariu, membro Cio, aveva confermato: “Quando mi hanno chiesto cosa mi ha colpito maggiormente della candidatura italiana, ho detto ‘le persone’. Era la prima candidatura sotto l’egida dell’Agenda 2020 e abbiamo analizzato tutto sotto le lenti dell’Agenda 2020. L’Agenda 2020 specifica che ogni processo di candidatura è – in realtà e in pratica – un dialogo. Si tratta di calcolare rischi e opportunità delle comunità. Si tratta di ridurre i costi e organizzare i Giochi. Si tratta di flessibilità, efficienza e creare un brand. Legacy, sostenibilità, location e logistica sono ingredienti necessari ma non sufficienti per vincere le Olimpiadi. Ora mi focalizzo sulle persone. Ciò che abbiamo trovato nella candidatura italiana è stato un Team eccezionale di professionisti, appassionati di sport con expertise e con una grande grande volontà di organizzare i Giochi. Determinante è stata l’unità delle persone attorno alla candidatura, l’unità delle persone nello sport, delle persone nel Movimento Olimpico, delle persone nella politica, delle persone nell’amministrazione. Tutti venivano da diversi orizzonti ma avevano un unico obiettivo. E questo si è tradotto in una candidatura forte, che ha convogliato un messaggio forte. Qualcosa di speciale e magico è successo–in stile italiano. L’intera passione è esplosa. È stato fantastico. Siamo riusciti a vedere le persone dentro e dietro la candidatura”.

Senza polemiche – non è nello spirito delle Olimpiadi e di noi trentini - ricordiamo l’evoluzione delle dichiarazioni ufficiali del Presidente Malagò. A maggio 2021 dichiarava: “Io non mi sento di aggiungere niente ma una cosa è fondamentale. Io sono un soggetto religioso, devo e voglio rispettare il masterplan con cui noi abbiamo vinto la candidatura”.

Lo diceva quando gli chiedevano se Milano poteva ospitare il pattinaggio di velocità. E spiegava “Lo statuto prevede che per cambiare qualcosa serve l'unanimità, per cui al momento questo non è previsto. Se ci dovessero essere delle opzioni, è una cosa che va concordata con le parti e non certo da parte del sottoscritto”.

A maggio 2022, diceva: “Il Trentino avrà 3 sedi gara, come la Lombardia. È un risultato incredibile che permetterà a Baselga di Pinè, Tesero e Predazzo di avere i Giochi olimpici”. Ad ottobre 2022, sempre a margine del Festival dello Sport, “Abbiamo costruito un dossier, che è stato votato a livello internazionale e ha vinto la candidatura: questo piano prevede Baselga di Pinè e quindi l'intenzione è chiara” e poi: “Quanto agli impianti per ospitare le Olimpiadi, su Baselga di Pinè ci sono opinioni discordanti e le riflessioni delle federazioni internazionali, mentre noi abbiamo confezionato un dossier con gli azionisti locali. Quando si fanno i castelli di carte, guai a togliere quella sotto”.

Il futuro delle Dolomiti tra cambiamento climatico e Olimpiadi: prove di dialogo tra tecnici, ambientalisti e impiantisti

Il futuro di un territorio magnifico e insieme fragile come quello delle Dolomiti è legato a innumerevoli fattori: ambientali, climatici, economici, sociali. Un equilibrio difficile tra esigenze spesso contrastanti. Questo è un dialogo a più voci che ha come argomento l’impatto del cambiamento climatico e delle Olimpiadi Milano Cortina 2026 sulle Dolomiti. È stato realizzato da Andrea Zinzani, ricercatore in geografia dell'ambiente all'Università di Bologna, e Danilo Ortelli, videomaker.

Non sappiamo come finirà questa vicenda, ma speriamo ci sia negoziazione, rimanga l’unità di intenti tra stakeholder ed un focus sulle persone… ma anche una presenza istituzionale ed internazionale del Trentino nelle sedi opportune.

 

Pierluigi Bernardi

Consigliere di maggioranza del Comune di Baselga di Pinè, curatore del libro "Ice in The Heart - Il Ghiaccio nel Cuore" sulla storia del ghiaccio a Piné"

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