Europei in pista, nell'inseguimento è argento anche per Letizia Paternoster
In Svizzera, la campionessa trentina ha fatto parte del quartetto nella semifinale, mentre Martina Alzini, Elisa Balsamo, Martina Fidanza e Vittoria Guazzini hanno pedalato nella sfida per l'oro con la Gran Bretagna. Fra i maschi trionfo per il quartetto composto da Filippo Ganna, Francesco Lamon, Jonathan Milan e Manlio Moro
GRENCHEN. Gli azzurri erano i più attesi e i risultati confermano che era giusto così. L'Italia del ciclismo batte i colpi che il mondo dello sport si attendeva.
Con tre medaglie al collo e due titoli continentali raccoglie i primi frutti del lavoro di questi mesi.
Il quartetto dell'Italia composto da Filippo Ganna, Francesco Lamon, Jonathan Milan e Manlio Moro ha vinto la medaglia d'oro nella gara dell'inseguimento a squadre degli Europei di ciclismo su pista. In finale gli azzurri, con il tempo di 3:47.667, hanno battuto la Gran Bretagna (3:48.800). Bronzo alla Francia.
Il quartetto dell'Italia composto da Martina Alzini, Elisa Balsamo, Martina Fidanza e Vittoria Guazzini, ma in semifinale c'era anche la trentina Letizia Paternoster, ha conquistato la medaglia d'argento nella gara dell'inseguimento donne degli Europei su pista. Nella finale per l'oro le azzurre, che hanno chiuso in 4:16.018, sono state battute dalla Gran Bretagna (Archibald-Evans-Knigh-Morris) con il tempo di 4:13.890. Bronzo alla Germania, che nella finale per il terzo posto ha prevalso sulla Francia.
L'ultimo oro della giornata è arrivato dunque nell'inseguimento a squadre uomini. Nelle qualificazioni della mattina (3'48"333) scendono in pista Ganna, Consonni, Moro e Milan. Nella finale contro la Gran Bretagna campione del mondo in carica, Lamon prende il posto di Consonni, impegnato pochi minuti prima nella corsa a punti.
L'Italia parte forte e sembra controllare agevolmente la gara. Ai 3000 metri un'incertezza nel cambio scompiglia le carte e permette ai britannici di rifarsi sotto, ma sempre a distanza di sicurezza. Il riscontro crono di 3:47.667 vale l'oro il nuovo record della pista. Lucida l'analisi di Filippo Ganna.
"Il livello si è alzato e noi siamo arrivati a questo appuntamento con poca preparazione alle spalle. Volevamo dimostrare di esserci e che la Gran Bretagna vista all'opera ai mondiali dello scorso anno era alla nostra portata. In finale siamo andati forte, veramente forte, e forse siamo stati anche un po' fortunati, perché ad un certo punto abbiamo sbagliato qualcosa e rischiato di disunirci". "I punti per la qualificazione olimpica erano il nostro obiettivo primario, il titolo europeo è una grande soddisfazione. Adesso dobbiamo solo lavorare per le prossime occasioni in cui sono in palio i punti per il ranking", ha concluso Ganna, mentre Manlio Moro sottolinea: "I miei compagni di squadra sono stati fantastici, mi hanno aiutato a restare tranquillo. Abbiamo commesso qualche imprecisione ma siamo andati veramente forte. Per me si tratta del mio primo europeo. E' una gioia indescrivibile".
Ad aprire la giornata di medaglie azzurre ci aveva pensato Simone Consonni, da oggi nuovo campione europeo della corsa a punti. "Ci tenevo a correre una corsa a punti ed era da tempo che lo chiedevo. Finalmente ci sono riuscito ed è arrivato anche questo titolo continentale, che mi mancava, dopo Olimpiadi e Mondiali. Al Saudi Tour ho avuto problemi alla schiena e pensavo di non stare bene. Ma quando torno in Nazionale mi sembra di essere a casa, tra gli amici. Voglio per questo ringraziare la Federazione, tutto lo staff che si è subito prodigato per mettermi nelle condizioni migliori".
La prova naviga nell'incertezza fino a metà gara, poi Consonni prende il comando delle operazioni e comincia a inanellare volate, alternandosi al comando con il francese Grondin: "Lo scorso anno mi ha battuto nell'Omnium proprio nell'ultima volata. Oggi mi sono preso la rivincita. Dopo 20 giri mi sono reso conto di avere qualcosa in più degli altri. Ho cercato di ritrovare il ritmo per poi fare la differenza. Sono veramente contento: ho avuto un ottimo inizio di stagione. Adesso attendo con tranquillità le prossime gare di questo Europeo, poi potremo stilare un bilancio esatto".
In mezzo ai due ori l'argento delle azzurre. Nulla può il quartetto femminile in finale contro le britanniche trascinate dalla solita Archibald. Al primo turno corrono Balsamo, Paternoster, Fidanza e Guazzini. Nella finale la Paternoster lascia il posto a Martina Alzini. La tattica è quella di partire forte e tenere sotto pressione le britanniche, nella speranza che la terza frazionista salti. Riesce solo in parte, perché quando questo accade, le azzurre a loro volta entrano in difficoltà e non ne approfittano.
Elisa Balsamo parla a nome di un gruppo che si rammarica per l'occasione persa: "Contavano i punti ai fini del ranking e quindi prendiamo quello che di buono è giunto da questi Europei. Eravamo convinte di riuscire a superare la Gran Bretagna ma non siamo state brave a sfruttare l'occasione. Bisogna accettare anche le sconfitte e guardiamo avanti". Infine l'analisi del dt Marco Villa.
"Con l'approssimarsi delle Olimpiadi il livello complessivo si è alzato notevolmente e nessun risultato è scontato. Oggi siamo stati bravi ad ottenere quasi il massimo a disposizione. Siamo solo all'inizio e bisogna continuare a lavorare. Le medaglie d'oro e l'argento delle rocketgirls proiettano l'Italia in testa al medagliere. Oggi si torna in pista ed è ancora presto per festeggiare; oggi però abbiamo dimostrato che se gli altri crescono, cresciamo anche noi".