Pista da bob a Cortina, il fronte del no preme. Zaia: ma anche spostarsi a Innsbruck costerebbe molto
Domenica altra manifestazione contro il progetto dell'impianto nella località turistica bellunese: si contestano i costi di realizzazione e di gestione ma anche l'impatto ambientale che riguarda anche un disboscamento. Una vicenda che in parte ricorda il caso del mancato stadio del ghiaccio olimpiaco a Baselga di Piné
ECOLOGISTI La soluzione è svolgere a Innsbruck le gare olimpiche evitando costi e danni ambientali
TRENTO. L'assegnazione dei lavori per la nuova pista da bob di Cortina ritarda "perché le aziende che possono fare un'infrastruttura come questa non sono molte, sono poche, e in questo momento il lavoro non manca. Immagino sia per questo". Lo ha detto ai giornalisti stamani, a Verona, il presidente del Veneto Luca Zaia intervenendo sulla polemica rovente attorno al progetto olimpico, contestatissimo dagli ecologisti.
Il fronte del no contesta i costi di realizzazione e di gestione del mega impianto che dovrebbe sorgere sui ruderi di quello dismesso e abbandonato che fu costruito per i Giochi bellunesi del 1956. Si ricorda che oltre alla spesa di costruzione vanno messi in conto un impegno finanziaro totale di 124 milioni (dei quali 85 per la sola infrastruttura). Inoltre c'è la successiva gestione e manutenzione, altre cifre milionarie per i prossimi anni, con l'incubo che tutto finisca come con la pista costruita per i Giochi di Torino 2006 a Cesana abbandonata dopo pochi anni. Poi c'è l'aspetto ambientale, il previsto abbattimento di oltre quattrocento larici secolari. E c'è un'alternativa, per quanto difficile da digerire in termini di orgoglio territoriale, rappresentata da un accordo economico per trasferire le gare a Innsbruck. Insomma, un quadro che in qualche modo ricorda quanto accaduto sull'altopiano di Piné con il progetto, poi saltato, del mega stadio del ghiaccio olimpico.
Nel caso di Cortina, oltretutto, ora c'è anche un problema di tempi ormai strettissimi, a fronte del'assenza, per ora, di aziende specializzate pronte ad aprire i cantieri. Questione di pochi giorni o settimane e probabilmente saremo fuori tempo massimo per realizzare, collaudare e rendere disponibile un nuovoi impianto per le Olimiadi 2026.
Domenica prossima, 24 settembre, nella celebre località turistica bellunese è in programma una nuova manifestazione contro il progetto: a chiamare i cittadini in piazza è il gruppo Cortina Bene Comune e l'elenco delle associazioni aderenti è già molto lungo.
Sulla possibilità di utilizzare l'impianto di Innsbruck, Zaia ha sottolineato di avere "spesso chiesto che si andasse al 'vedo', e Innsbruck, da quel che è dato sapere, sembra che abbia fatto un'offerta per un affitto di 17 milioni di euro, senza poi però far tutto il conto di tutto quello che c'è oltre l'affitto, cioè fare un Villaggio olimpico, l'ospitalità. Lì bisogna replicare una 'mini olimpiade'. Io spero che qualcuno si prenda la briga di fare un quadro sinottico: ci sarà un totale, che so, 20, 30, 40 milioni per Innsbruck, e poi Cortina. Ma qui non sono 105 milioni, come dice qualcuno".
Secondo Zaia, per Cortina "la cifra finale è data da tutto in un complesso di opere, molte delle quali non hanno nulla a che vedere con la gara di bob: il museo, tanto per citarne uno, è una spesa importante ma non ha nulla a che vedere col fatto che si facciano le gare. Non è un'apertura verso Innsbruck, ma continuo a vedere persone che la fanno tanto facile. Io non faccio né aperture né chiusure. Ho sempre avuto la stessa posizione: sono andati avanti con la storia di Innsbruck e poi alla fine l'offerta è arrivata dopo mesi e mesi; so che stanno facendo i conti finali, vedremo quali saranno le differenze. Dall'altra parte non ci sarà un'infrastruttura che ci resta, qui sì", ha concluso.