Fenomeno / Anziani

A ottantaquattro anni divora le salite in bici, «ma non quella elettrica»: 1418 passi conquistati

Tulio Pavanelli, professione broker assicurativo, ancora in attività. E nel tempo libero si scatena sui pedali. Il momento peggiore? «Una caduta con frattura, per colpa di un gatto selvatico»

di Roberto Franceschini

TRENTO. Ottantaquattro anni e sentirsi un ragazzino, pronto a raggiungere in sella alla sua bicicletta pendii sempre nuovi: lui è Tullio Pavanelli, elegante e cordialissimo professionista trentino che da oltre 66 anni è attivo nel ramo dei broker di assicurazione. Un'attività che consiste nel mediare tra le compagnie di assicurazione ed i propri clienti, allo scopo di reperire sul mercato le soluzioni assicurative migliori rispondenti alle esigenze del cliente, a differenza di un assicuratore che è un soggetto che ha il compito di produrre il contratto assicurativo, di raccoglierne il relativo premio e garantirne l'efficacia al cliente al quale si è rivolto.

Socio dal 1985 presso lo studio professionale "Esafin" di Trento diretto da Cinzia Pavanelli, è tra i più anziani broker, tutt'ora in attività, a livello nazionale ed europeo. Un vero e proprio record. Ma i suoi record non sono solo quelli lavorativi. Nella sua lunga attività sportiva che lo vede indomabile protagonista ancor oggi, Pavanelli ha scalato in bicicletta ben 1418 passi di montagna. Dal più basso, altimetricamente parlando, il valico Monte Petrosu in Sardegna di appena 46 metri, al più alto passo mondiale che si trova nello stato indiano del Ladakh, raggiunto in sella ad una mountain bike nel 2011, all'età di 71 anni. Il celeberrimo Khardung-La posto a quota 5602 metri, lungo una durissima pista sterrata con precipizi da cardiopalma.

Per sei anni ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell'Unione Internazionale Cicloscalatori, mentre adesso è uno dei più tenaci soci del Club des Cent Cols, al quale possono ambire solo coloro che hanno fatto almeno cento passi diversi, molti dei quali superiori ai 2000 ed oltre metri di quota.

A questo punto gli abbiamo chiesto il suo passo alpino preferito. «Senza alcun dubbio il passo Giau/Jof de Giau a quota 2236 tra la val Boite e la Val Cordevole nelle Dolomiti Ampezzane, dal duro versante del Colle di Santa Lucia, lungo 10,1 km e con una pendenza costante del 9,1% che lo rendono oltremodo fantastico e con un panorama esteso verso le Pale di San Martino, le Cime d'Auta, la Marmolada ed il Piz Boè».

Passi rigorosamente risaliti sempre con la sola forza muscolare anziché con le attuali biciclette a pedalata assistita, che nella sua lunga attività non ha mai voluto nemmeno provare una sola volta. Ed allora, visto l'argomento, chiediamo il suo parere sulla tendenza di utilizzare le due ruote a pedali con tanto di ausilio elettrico. «Beh, piuttosto che vedere una persona seduta al bar o sdraiata sul divano di casa, ben vengano questi ciclisti "assistiti". Almeno fanno un po' di fatica e quindi della sana attività fisica. Personalmente però sino a quando la salute me lo consentirà, farò le salite solo ed esclusivamente con le mie gambe e la forza della volontà».

Quale è il ricordo meno gradito in tutti questi anni di cicloturismo? «Una brutta caduta con la frantumazione della spalla sinistra nel 2017, mentre effettuavo un "Coast to Coast" tra la città di Agrigento e Cefalù in Sicilia, per colpa di un gatto selvatico che mi ha attraversato la strada e che si è infilato nei raggi della ruota anteriore. Con tanto di ricovero in un ospedale locale, che non consiglierei a nessuno, ed il successivo trasferimento in autoambulanza sino a Trento», prosegue.

E per concludere un appello rivolto agli automobilisti. «Che rispettino i ciclisti, mantenendo una adeguata distanza da loro in fase di sorpasso, come ho piacevolmente verificato accade in Spagna, dove c'è un reciproco rispetto ed attenzione tra conducenti motorizzati e quelli a pedali», conclude Pavanelli.

E dopo aver ammirato nel suo ufficio tante immagini che lo ritraggono sui molti passi alpini, lo salutiamo invidiandolo non poco per la forza di volontà e la costanza nell'intraprendere queste imprese sportive, e per le sue prossime uscite estive in fase di studio e preparazione da questo anziano, si fa per dire, che da la botta a tanti, ma a tanti giovani d'oggi.

comments powered by Disqus