Bici / Dramma

Dopo l'incidente, la ciclista Toniolli dimessa, ma ci sono tre indagati fra gli organizzatori della gara

L’atleta diciannovenne di Mezzocorona è ora in una clinica di riabilitazione: sarà ancora lunga, ma la speranza è di ritornare a correre

di Marica Viganò

TRENTO. Alice Toniolli è stata dimessa dall'ospedale Ca' Foncello di Treviso e si trova in una struttura per la terapia riabilitativa. Piccoli passi in avanti, leggeri segnali di miglioramento, anche se la strada è ancora lunga: la famiglia le è sempre accanto e fanno il tifo per lei le sue compagne del team Top Girls Fassa Bortolo, le amiche e gli amici, tutti coloro che seguono il ciclismo e che non dimenticano le immagini shock della caduta.

Era il 14 agosto e si stava disputando il Circuito dell'Assunta a Ceneda di Vittorio Veneto. Alice, che si trovava sul lato sinistro del gruppo, forse nel tentativo di recuperare la borraccia si era sbilanciata perdendo il controllo della bici: la 19enne di Mezzocorona era finita di schianto contro il muretto del ponte, a lato strada, battendo violentemente la testa, poi era caduta nella scarpata vicina in mezzo ai rovi. In quel punto il gruppo procedeva ad una velocità di 50 km orari.

Di quel drammatico incidente c'è un filmato: è il video dalla trasmissione specializzata Extraciclismo, visionato con attenzione dagli inquirenti. All'indomani della caduta, la procura di Treviso ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di lesioni colpose gravissime.

Risultano iscritte nel registro degli indagati - come atto dovuto - tre persone, ossia i vertici dell'organizzazione della manifestazione sportiva e della direzione della gara. Si tratta di Giacomo Salvador, presidente dell'associazione Cicloturistica Vittorio Veneto, Giulio De Nardi e Daniele Borsoi, direttore e vicedirettore di gara.

L'amministrazione di Vittorio Veneto, intanto, ribadisce di aver effettuato tutto ciò che è di propria competenza riguardo alla manifestazione. Il giorno prima della gara la polizia locale avrebbe segnalato le criticità di quel tratto ai responsabili della corsa, in particolare la pericolosità del parapetto del ponticello, prescrivendo di predisporre misure adeguate per attutire eventuali impatti.

Per i vigili si sarebbero dovute usare protezioni attorno al muro, che però non c'erano il giorno dell'evento.

I tre indagati, intanto, appreso dell'apertura di un procedimenti a loro carico, hanno demandato ai loro avvocati eventuali dichiarazioni. «Siamo a disposizione della Procura per chiarire ogni eventualità» è tutto ciò che gli interessati fanno sapere. A parlare è il legale del direttore di gara De Nardi.

«Si tratta ora di prendere contezza di come si sono sviluppati i fatti e le indagini, e di interloquire con gli organi inquirenti per chiarire che probabilmente non c'è responsabilità alcuna in capo al mio assistito - afferma l'avvocato Stefano Trubian - La procura, come normale, sta facendo tutti gli accertamenti del caso: lasciamo che gli organi lavorino in serenità. Noi siamo a disposizione per chiarire ogni eventualità e siamo fiduciosi. Abbiamo appreso che la ciclista fortunatamente è in via di miglioramento e questo è il dato più importante: che la ragazza si ristabilisca quanto prima».


 


 

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