Doping / Giustizia

La sentenza-Harris fa ben sperare Sinner: “Nessun dolo né negligenza”

La campionessa canadese di curling assolta dal Tas dopo una positività al Lingandrol. La vicenda, emersa attraverso controlli antidoping di routine, ha rivelato uno scenario inedito: la contaminazione era avvenuta attraverso rapporti intimi con il marito, ignaro utilizzatore della sostanza per aumentare la massa muscolare

LONDRA. Una sentenza che fa ben sperare Sinner quella che ha visto protagonista Briane Harris, la campionessa canadese di curling assolta dal TAS dopo una positività al Lingandrol. La vicenda, emersa attraverso controlli antidoping di routine, ha rivelato uno scenario inedito: la contaminazione era avvenuta attraverso rapporti intimi con il marito, ignaro utilizzatore della sostanza per aumentare la massa muscolare.
 

Il Tribunale ha riconosciuto la totale buona fede dell'atleta 32enne, riducendo la squalifica da quattro anni a soli undici mesi. Una decisione che potrebbe fare giurisprudenza, proprio mentre Jannik Sinner si prepara all'udienza del 16 e 17 aprile. Il campione italiano, trovato positivo a una quantità minima di Clostebol, sostiene di essere stato contaminato involontariamente attraverso una pomata applicata dal suo ex fisioterapista per curare una ferita.
 

La sentenza Harris rafforza il principio che la contaminazione accidentale, quando dimostrata, può portare a una significativa riduzione delle sanzioni. Un precedente che fa ben sperare il team legale di Sinner nella sua battaglia contro la richiesta di squalifica della WADA.

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