Bruxelles, semaforo verde al mais transgenico
BRUXELLES - È irremovibile la Commissione Ue: l’autorizzazione alla coltivazione del nuovo mais transgenico 1507 è legalmente inevitabile. E rinvia la patata bollente, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee, agli stati membri: spetta a loro superare le divisioni interne e sbloccare la proposta di Bruxelles del 2010 che dà a ogni Paese la libertà di scelta sugli ogm.
BRUXELLES - È irremovibile la Commissione Ue: l’autorizzazione alla coltivazione del nuovo mais transgenico 1507 è legalmente inevitabile. E rinvia la patata bollente, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee, agli stati membri: spetta a loro superare le divisioni interne e sbloccare la proposta di Bruxelles del 2010 che dà a ogni Paese la libertà di scelta sugli ogm.
In ogni caso, ha rassicurato Bruxelles, il nuovo mais geneticamente modificato non sarà coltivato prima del 2015, e molto probabilmente lo sarà solo in Spagna tra tutti i 28 paesi Ue.
«La Commissione non ha altre opzioni, deve approvare il mais 1507, ma capiamo le preoccupazioni degli stati membri ed è per questo che abbiamo anticipato il problema e nel 2010 abbiamo proposto le nuove regole sull’autorizzazione alla coltivazione degli ogm», ha sottolineato il portavoce del commissario all’agricoltura Dacian Ciolos.
«Solo che sfortunatamente - ha aggiunto - resta bloccata dagli stati membri, ma per questo accogliamo con favore l’iniziativa della presidenza greca di tenere una discussione al prossimo Consiglio Ue Ambiente del 3 marzo, e speriamo di poter andare avanti».
Si tratta, questa, di una riapertura del dibattito sino a qualche mese fa considerata quasi impossibile. Ora, però, con la spada di Damocle che pende loro sulla testa del via libera al nuovo mais «Frankestein», molti paesi Ue, Francia in testa, hanno messo in avanti l’enorme rischio «boomerang» che questo costituirebbe in campagna elettorale, offrendo un ulteriore fianco ai partiti anti-europeisti e populisti.
La Commissione Ue lo sa bene e infatti non ha voluto fornire alcuna indicazione temporale sul suo via libera al Pioneer 1507, che probabilmente arriverà in estate dopo il voto europeo di fine maggio. Facendo così salire la pressione sui 28, che hanno interesse a presentarsi all’appuntamento elettorale con un messaggio chiaro sugli ogm. Per esempio, proprio con l’adozione di quella proposta dell’esecutivo Ue arenata dal 2010 per l’astensione di Francia, Gran Bretagna e Germania, che ha finora impedito di raggiungere la necessaria maggioranza qualificata per la sua adozione. Londra, durante il dibattito sul mais 1507, ha indicato un cambiamento di posizione, che può aprire la strada alla fine dell’impasse.
Intanto, i Verdi europei minacciano una mozione di sfiducia nei confronti dell’esecutivo comunitario per la sua «ostinazione» e il suo «disprezzo del processo democratico» a voler procedere all’autorizzazione del Pioneer 1507, dopo che una maggioranza mai così ampia - 19 paesi - si è espressa contro, così come l’Europarlamento.
Ma Bruxelles frena. «Da un punto di vista pratico, a prescindere da quando verrà presa la decisione, è molto improbabile che gli agricoltori piantino il nuovo mais già quest’anno», ha spiegato il portavoce di Ciolos, aggiungendo che, in ogni caso, un’eventuale coltivazione del nuovo mais ogm «molto verosimilmente avverrebbe solo in Spagna», che già coltiva il simile mais Bt. (ANSA)