Cure subito dopo il parto, neonata guarita dall'Aids
Euforia nella comunità scientifica: un secondo neonato - dopo l’eclatante caso, reso noto lo scorso anno, di «Mississippi baby» - sarebbe stato guarito dalla sindrome da immunodeficenza acquisita grazie alle cure somministrate subito dopo il parto.
WASHINGTON - Nessuno scetticismo questa volta, ma entusiasmo palpabile della comunità scientifica impegnata nella lotta all’Aids: un secondo neonato - dopo l’eclatante caso lo scorso anno di «Mississippi baby» - sarebbe stato guarito dalla sindrome da immunodeficenza acquisita grazie alle cure somministrate subito dopo il parto.
Venuta alla luce ad aprile scorso in California, la piccola (si tratta questa volta di una bimba) è risultata immediatamente sieropositiva, ed è stata così sottoposta a terapie antivirali, dopo solo 4 ore dalla nascita.
Oggi, nove mesi dopo - hanno annunciato i medici che l’hanno in cura alla conferenza sull’aids in corso a Boston - la bambina non mostra traccia del virus nemmeno alle analisi del sangue più sofisticate, che esaminano Dna e Rna.
Nata a Long Beach, da una mamma con Aids conclamato che non aveva preso le medicine per prevenire la trasmissione al feto, la piccola è in affidamento ed è ancora sotto trattamento ad alte dosi dei tre farmaci: AZT, 3TC, nevirapine. Secondo gli scienziati ci potrebbero essere altri casi simili - cinque in Canada e tre in Sudafrica - ma la loro situazione va esaminata attentamente prima che vengano annunci ufficiali.
Ma lo stesso direttore dell’Istituto Nazionale sulle malattie infettive, pioniere della lotta all’Aids, Anthony Fauci ha fatto sapere che uno studio della nuova metodologia di cura partirà a breve, su 60 neonati, che nasceranno già infetti: «Questo potrà portare a cambiamenti importanti nel trattamento dell’ Aids per ben due ragioni - ha osservato - sia per il bene dei bambini, sia perché i risultati conseguiti sui neonati sono un’enorme prova del concetto per cui si può curare qualcuno sei si inizia il trattamento subito».
La sperimentazione, che verrà condotta in Usa, Brasile, Sudafrica, potrà cambiare i protocolli di trattamento per i nati già contagiati. Al momento il regime per questi casi prevede l’uso di soli due farmaci, a basse dosi e non nelle prime settimane di vita.
Il «Mississippi baby» aveva iniziato le terapie antivirali 30 ore dopo la nascita, ma la madre aveva smesso di dare le medicine al bambino dopo 18 mesi: ora, a tre anni di età e non in cura, il piccolo appare comunque completamente sano, senza traccia del virus. (ANSA)