Il 50% di bambini soffre di allergie
Il bollettino divulgato nei giorni scorsi dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige non lascia scampo. Se alcune piante, come il carpino e il nocciolo, pur presentando un'alta concentrazioni di pollini, presentano un fenomeno in diminuzione, si assiste parimenti in questi giorni al risveglio di cipressi, tassi, pioppi, oltre a veder circolare i primi pollini della betulla. Insomma, l'arrivo della primavera non rappresenta una buona notizia per tutti
TRENTO - Cupressacee, taxacee, ontano, graminacee? Sono nomi che coloro che soffrono di allergia conoscono bene.
È iniziata ufficialmente la primavera, anzi è arrivata pure un po' in anticipo, e così ecco che anche gli impercettibili pulviscoli che fanno dannare un quarto della popolazione trentina hanno iniziato a girovagare indisturbati.
Il bollettino divulgato nei giorni scorsi dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige non lascia scampo. Se alcune piante, come il carpino e il nocciolo, pur presentando un'alta concentrazioni di pollini, presentano un fenomeno in diminuzione, si assiste parimenti in questi giorni al risveglio di cipressi, tassi, pioppi, oltre a veder circolare i primi pollini della betulla. Insomma, l'arrivo della primavera non rappresenta una buona notizia per tutti.
E così via a riniti, occhi che bruciano, gola in fiamme e, nei casi più ostinati, anche attacchi asmatici. «I numeri sono in aumento - commenta il dottor Romano Nardelli , primario di pneumologia ad Arco, dove stagionalmente decine di trentini vanno a fare i test per vedere se e di quali piante non sono propriamente amici - Soprattutto fra i bambini, siamo ormai arrivati al 50% di casi. In sostanza, un bimbo su due ha una qualche allergia. Poi da adulti si passa al 25%. È una di quelle patologie fastidiose, non gravissime perché sono fortunatamente molto rari i casi in cui si presentano sintomi gravi, ma che negli anni è aumentata in continuazione. Negli anni Ottanta gli allergici erano uno su dieci, adesso uno su quattro. Mentre i bambini sono aumentati in trent'anni dal 15 al 50%».
E le cause di questo disturbo rimangono un mistero.
«Si va dall'ipotesi genetica ed ereditaria, con bambini che potrebbero aver problemi perché i genitori soffrono di questa patologia, ai fattori ambientali epidemiologici e infettivi del mondo occidentale» - spiega Nardelli.
Per chi è alle prese con fazzoletti, i rimedi rimangono sempre quelli.
«Ormai esiste una batteria di farmaci efficace in commercio - dice lo specialista - . Gli antistaminici controllano i sintomi e spesso sono più che sufficienti. Se invece la sintomatologia è importante bisogna associare qualcosa di più efficace, come il cortisone. L'uso topico permette di usarne piccole dosi, indirizzandolo direttamente sull'organo bersaglio, riducendo gli effetti collaterali. Se poi il caso è ancora più fastidioso, si può valutare il vaccino che desensibilizza nei confronti di un polline. Però bisogna ricordarsi di farlo in un periodo dell'anno in cui non c'è forte fioritura, solitamente autunno o inverno».