Un anno di cantiere visto in 5 minuti spettacolare time lapse di Apr&B per l'IperPoli
Immaginate di avere una bacchetta magica, che vi consenta di rinchiudere un pezzettino di mondo in una scatola piccola piccola; o una macchina del tempo, che vi permetta di far girare a mille le lancette dell’orologio. Immaginate di veder passare davanti agli occhi più di un anno di lavoro, di veder crescere un cantiere in pochi istanti. Immaginate di passare in pochi minuti da un groviglio di cemento e ferraglia allo scintillio di scaffali pieni zeppi di merce. È quello che vedrete guardando questo video, realizzato dall’Agenzia di comunicazione Apr&B per il nuovo negozio Iper Poli dell’omonimo gruppo trentino della grande distribuzione.
Immaginate di avere una bacchetta magica, che vi consenta di rinchiudere un pezzettino di mondo in una scatola piccola piccola; o una macchina del tempo, che vi permetta di far girare a mille le lancette dell’orologio. Immaginate di veder passare davanti agli occhi più di un anno di lavoro, di veder crescere un cantiere in pochi istanti. Immaginate di passare in pochi minuti da un groviglio di cemento e ferraglia allo scintillio di scaffali pieni zeppi di merce. È quello che vedrete guardando questo video, realizzato dall’Agenzia di comunicazione Apr&B per il nuovo negozio Iper Poli dell’omonimo gruppo trentino della grande distribuzione.
Decine di migliaia di ore di lavoro, condensate in un Time Lapse di 5 minuti: quasi una magia, che ci accompagna dai lavori di demolizione di un vecchio capannone di Trento Nord all’apertura del nuovo ipermercato.
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Un lavoro enorme svolto dietro le quinte del cantiere, e che ha accompagnato l’altrettanto enorme sforzo delle 40 imprese, che nel giro di poco più di un anno hanno realizzato il nuovo negozio; un lavoro iniziato alla fine dell’agosto 2013 e terminato nell’ottobre di quest’anno, il giorno dell’inaugurazione.
Il progetto di Apr&B, curato da Paolo Ronc, che dell’agenzia è contitolare, è stato realizzato con un notevole impegno di mezzi e lavoro. Tanto per cominciare, fin dall’inizio dei lavori di demolizione, sono state posizionate in zona 4 postazioni fisse, con altrettante macchine fotografiche, che hanno scattato giorno e notte, senza interruzione, riprendendo «h 24» il cantiere. A queste si sono aggiunte le riprese dall’alto, realizzate grazie all’impiego di un drone (guarda il video), e le soggettive, girate direttamente in cantiere.
Solo le camere fisse hanno prodotto qualcosa come 1.700 scatti ciascuna, ogni giorno. Le macchine scattavano a intervalli decisi e programmati di volta in volta, sulla base delle azioni da riprendere. E ogni giorno le fotocamere andavano controllate, ripulite, eventualmente riposizionate, e le schede di memoria scaricate.
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Il risultato grezzo è stata un’enorme quantità di materiale (oltre 6 tera di file, per gli amanti dell’informatica), che è stato via via visionato, controllato e ripulito, in attesa del montaggio finale. Quest’ultima fase della produzione ha richiesto un altro mese di lavoro in studio.
Questa sorta di «grande fratello» in cantiere ha comportato un lavoro quotidiano di controllo e verifica dei punti di ripresa: «Per un anno - racconta Paolo Ronc - ogni giorno ho visionato le macchine posizionate nelle postazioni fisse e ho scaricato le schede di memoria. Ci andavo alle 5 del mattino, perché alle 6 gli operai del cantiere iniziavano a lavorare».
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Qualcosa di più di un comune progetto professionale. Racconta ancora Paolo Ronc: «È stata un’esperienza straordinaria, dal punto di vista professionale ma anche umano: non ho mai incontrato nessuna difficoltà di relazione con le persone che lavoravano a vario titolo sul cantiere. Anzi: si è anche instaurato un rapporto forte e bello con gli operai-attori che abbiamo ripreso per così tanto tempo».
Gli aneddoti, dopo un anno e più di lavoro, sono tantissimi. Ma Ronc ne ricorda uno in particolare: «Avevo chiesto agli inquilini di una appartamento di un palazzo adiacente ospitalità per la fotocamera. Il signore, un tecnico in pensione, si è rivelato un preziosissimo collaboratore. Nel giro di poco tempo, è diventato completamente autonomo nella gestione della macchina. Quando sono andato a smontare tutto, mi ha sorriso e mi ha chiesto: e io da domani che faccio?».
In quel video, insomma, c’è molto: immagini, lavoro, fatica, passione. «C’è soprattutto - conclude Ronc - tutto il fascino della costruzione, dell’elevazione. C’è insieme la frenesia del lavoro e la capacità di ottimizzare ogni cosa e ogni passaggio. Tutto un anno compresso in 5 minuti».
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