Ecco come AstroSamantha passa le giornate nello spazio
Volete sapere come passa le giornate Samantha Cristoforetti nella stazione spaziale? È tutto scritto e pianificato nei minimi dettagli, con tanto di tabella. Ce lo racconta lei stessa, spiegandoci che tutto sommato, il risveglio non è molto diverso da quello di ciascuno di noi che si alza e si prepara per andare al lavoro, tra colazione e faccende di casa. Vabbé, proprio uguale non è! Leggete!
Volete sapere come passa le giornate Samantha Cristoforetti nella stazione spaziale? È tutto scritto e pianificato nei minimi dettagli, con tanto di tabella.
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Ce lo racconta lei stessa, spiegandoci che tutto sommato, il risveglio non è molto diverso da quello di ciascuno di noi che si alza e si prepara per andare al lavoro, tra colazione e faccende di casa. Vabbé, proprio uguale non è! Leggete:
«Dopo un breve sguardo alla telemetria sui miei monitor riesco a vedere subito indicazioni del fatto che il sistema elettrico relativo al Columbus si è attivato e sta utilizzando energia:
“COL-FLIGHT, STRATOS, le luci del Columbus sono ON!”.
La risposta non si fa attendere: “Copy that, STRATOS, quindi l’equipaggio è sveglio!”
Gli astronauti sono pronti a partire!
Un normale giorno dell’equipaggio sulla ISS inizio con circa un’ora di post-risveglio. Gli astronauti possono fare colazione, prepararsi per la giornata e leggere il “Daily Summary”, una specie di giornale che creiamo noi insieme agli altri centri di controllo e che serve a dare all’equipaggio uno status generale della ISS, annotazioni per il piano della giornata, i turni del Centro di Controllo ma anche una sezione per domande e risposte e (perché no) qualche battuta e fumetto!
Non suona molto diversa dalla preparazione di qualsiasi essere umano prima di andare al lavoro, no?
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La prima conversazione con i Centri di Controllo sparsi per il mondo è durante la “morning Daily Planning Conference” (amichevolmente chiamata mDPC): l’equipaggio e il personale a Terra si aggiornano sulle attività del giorno, discutono eventuali cambiamenti nello schedule e le domande che possono sorgere.
La fine della mDPC è il segnale per gli astronauti che si inizia a lavorare: 6 ore e mezza della loro giornata sono infatti dedicate agli esperimenti da portare avanti, l’installazione di nuovi payload, riparazioni da effettuare e naturalmente…le “faccende di casa”!
Oltre a queste ore una viene dedicata per il pranzo e due ore e mezza sono di esercizio fisico obbligatorio: a loro disposizione ci sono una bicicletta per l’esercizio cardiovascolare, un tapis roulant e un dispositivo per l’allenamento resistivo dei muscoli.
Una volta conclusa la giornata lavorativa della ISS è ora di un altro meeting, la cosiddetta “evening Daily Planning Conference” (eDPC). È il tempo della “buonanotte”: le comunicazioni con i Centri di Controllo a Terra viene interrotta per permettere agli astronauti di godersi un po’di meritato riposo; vengono inoltre spente le telecamere interne alla Stazione. Solamente in caso di emergenza o urgenza il contatto viene ripristinato. Dopo un giro di chiamate con le varie stazioni di controllo l’equipaggio è ufficialmente off-duty: possono cenare, controllare i loro social media, guardare la televisione e alcuni film o passare il tempo rimanente nella tranquillità della Cupola.
Poi è ora di dormire: otto ore e mezza di sonno e sogni in microgravità!».
GLI SCHERZI DEL CERVELLO.
Il cervello gioca strani «scherzi» a gravità zero, quando è convinto che il soffitto sia il pavimento e viceversa. È sempre Samantha a raccontarcelo, spiegando sul blog «Avamposto 42» il suo ultimo esperimento «Blind and Images», ideato per capire le strategie usate dal cervello per controllare il movimento e l’equilibrio in assenza di peso: i risultati potranno essere utili per curare malati con lesioni o disturbi neurologici.
I ricercatori «trarranno le loro rigorose conclusioni dai dati - scrive AstroSamantha sul blog della missione Futura - ma io mi sono certamente divertita anche solo osservando gli scherzi che mi gioca il cervello. Ad esempio, quando mi trovo a muovermi lungo il soffitto il mio cervello pensa che sia il pavimento, così quando devo girare all’interno di un modulo laterale sono costantemente tentata di fare la svolta sbagliata, perché il mio cervello si aspetta che sia dalla parte opposta. O a volte devo fare uno sforzo deliberato per un secondo o due per capire dove sono: è il pavimento, il soffitto, una parete?».
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L’esperimento si svolge nel laboratorio giapponese Jem e usa quattro telecamere per tracciare il moto in 3D dell’astronauta grazie a una serie di marcatori riflettenti attaccati al corpo.
«Ho dovuto metterne un certo numero sulla parte destra del mio corpo, dalla caviglia alla fronte, fra cui diverse sulla mano per la seconda parte del protocollo, in cui dovevo immaginare di lanciare una palla verso un bersaglio con diversi livelli di forza», racconta Sam. «Nella prima invece ho dovuto avvicinarmi per prendere un bersaglio davanti a me, piegandomi all’altezza dei fianchi e delle caviglie, a volte con gli occhi aperti, a volte con gli occhi chiusi».
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Archiviato l’esperimento, Samantha ha scattato una foto del modulo Atv, il «monolocale» aggiunto da qualche mese alla Stazione spaziale internazionale (Iss), che grazie ai suoi motori può correggere l’orbita dell’intera stazione orbitante.
«In coda alla #ISS pronto a darci una “spinta” quando serve: il nostro #ATV5. Oggi ci lavorerò per la 1ª volta!», si legge sul suo profilo Twitter.