Studentesse tra i 15 e i 17 anni, sesso per pochi euro: clienti trovati sui social
«Temo che mia figlia possa prostituirsi». È iniziata dalla denuncia choc di una madre l'inchiesta della Procura di Brescia che ha portato alla luce una vicenda di prostituzione minorile con protagonista una studentessa 15enne di un istituto professionale della città lombarda che, per pochi euro, ha avuto dei rapporti sessuali con adulti. «Solo per una 15enne abbiamo la certezza che abbia fatto sesso in cambio di denaro», spiega il commissario Fabio Peluso della Polizia provinciale di Brescia, alla quale la madre della giovane si è rivolta dopo aver visto piu volte la figlia tornare a casa la notte accompagnata da un adulto, un 45enne riconosciuto dalla studentessa e ora indagato con l'accusa di violenza e a casa del quale sono state trovate centinaia di pastiglie, tra Viagra ed eccitanti, che l'uomo avrebbe venduto illegalmente.
Il 45enne sarebbe al momento l'unico cliente accertato della baby squillo che faceva sesso, spesso nei parcheggi dei centri commerciali, in cambio di ricariche telefoniche o per tariffe tra i 10 e i 50euro in base al tipo di prestazione. «Nel giro di prostituzione minorile non c'è il coinvolgimento di altre ragazzine», viene assicurato da fonti della Procura bresciana. «Non abbiamo prove del coinvolgimento di altre ragazzine chiamate in causa dalla 15enne», conferma Peluso della Polizia provinciale di Brescia. L'adolescente, seguita dagli agenti di Polizia e intercettata telefonicamente, è crollata davanti all'evidenza delle prove. Dopo aver ammesso di essersi prostituita per pochi euro, ha spiegato agli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, che spesso anche quattro amiche facevano come lei, ma le ragazzine in questione hanno negato qualsiasi addebito.
Stando all'inchiesta, la 15enne avrebbe conosciuto in internet, attraverso i social network, il 45enne coinvolto nell'inchiesta e che abita in città a Brescia a poche centinaia di metri dalla casa della 15enne. Già in passato il preside dell'istituto scolastico frequentato dalla ragazzina e dalle quattro amiche della 15enne era stato costretto a far sorvegliare i bagni della scuola temendo che potessero essere luogo di rapporti sessuali tra compagni di scuola durante l'intervallo.