Persone recensite come i ristoranti
Giudizi in ambito professionale e personale. L’invenzione canadese per dare un voto anche compagni di bevute o di letto
Recensire una persona come fosse un ristorante, un albergo o un’attrazione turistica, lasciando un giudizio a livello professionale, personale e anche su un appuntamento romantico. La novità si chiama Peeple - un termine che richiama la parola «people» (gente) e il verbo «to peep» (guardare di nascosto, come in un peep show) - ed è una app simile a TripAdvisor e Yelp, ma dedicata alla reputazione della gente. Insomma una specie di human advisor, lanciata da due donne e accompagnata da un vespaio di polemiche, l’applicazione è ora disponibile in Nord America per iPhone e iPad.
Rispetto all’idea iniziale su cui le ideatrici canadesi Julia Cordray e Nicole McCullough hanno lavorato per quasi due d’anni, la app non prevede più che le persone possano essere valutate con un punteggio da 1 a 5 stelle. Adesso si può raccomandare - o meno - una persona esprimendo un parere positivo, negativo o neutro, corredato da un giudizio.
L’obiettivo è quello di permettere alla gente di gestire la propria reputazione online, consentendo di raccomandare ed essere raccomandati. In ambito professionale può ricordare LinkedIn, se non fosse che si possono recensire anche compagni di bevute o di letto.
Per garantire un minimo di serietà ed evitare spiacevoli incidenti, i membri di Peeple per registrarsi devono avere almeno 21 anni e un profilo Facebook attivo da almeno sei mesi, oltre a dover dare il proprio numero di telefono. L’utente può decidere di condividere sui social il suo intero profilo o solo una sezione, ad esempio quella professionale, e scegliere se pubblicare o cancellare le raccomandazioni ricevute.