Da staminali ritoccate topi con genitori dello stesso sesso
Una nuova tecnica riproduttiva, basata sull’uso di cellule staminali «ritoccate», ha permesso di ottenere topi da genitori dello stesso sesso: quelli nati da due madri hanno dimostrato di essere sani e fertili, tanto da poter avere cuccioli a loro volta, mentre i topi nati da due padri sono riusciti a sopravvivere 48 ore. L’esperimento è pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell dai ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze coordinati da Baoyang Hu, Qi Zhou e Wei Li.
In passato erano già nati topi figli di due madri, ottenuti cancellando l’imprinting genetico, ovvero quel meccanismo molecolare che consente ai geni di «ricordare» la loro origine materna o paterna, in modo da attivarsi solo quando si fondono i gameti di genitori di sesso diverso. Quei primi esperimenti, però, si erano dimostrati molto complessi e avevano portato alla nascita di topi con anomalie.
I ricercatori cinesi hanno fatto un importante passo avanti usando come materia prima delle cellule staminali aploidi (contenenti cioè solo la metà del normale numero di cromosomi) prelevate da un embrione femminile: più facili da «ripulire» dall’imprinting genetico, sono state poi iniettate nelle cellule uovo, ottenendo 210 embrioni che hanno portato alla nascita di 29 topi sani e fertili. Lo stesso è stato fatto con staminali aploidi maschili, poi iniettate in ovuli dove il Dna femminile era stato rimpiazzato da quello del secondo padre. Gli embrioni, impiantati in una madre surrogato, hanno portato alla nascita di topi sopravvissuti per 48 ore.
«Si tratta di uno studio interessante e tecnicamente molto raffinato, che ci permette di identificare le parti del genoma materno e paterno che contribuiscono al corretto sviluppo dell’embrione», spiega Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell’Università di Pavia.
«Questo ci aiuterà a capire cosa va storto nelle patologie dello sviluppo perinatale e in che modo influiscono i fattori ambientali: si potranno avere applicazioni utili sia nella medicina riproduttiva umana sia in campo veterinario, per aumentare la produttività degli allevamenti». A chi si chiede se la nuova tecnica sviluppata dai cinesi potrà favorire la procreazione delle coppie omosessuali, Redi risponde: «la procreazione uniparentale è già possibile, chi si pone questa domanda è rimasto indietro: oggi possiamo già creare spermatozoi dalle cellule di una signora e, viceversa, ovociti dalle cellule di un maschio. Bisogna riflettere meglio sul fatto che la riproduzione è un progetto affettivo e non di zootecnia».