Prezzi alti, poche innovazioni Il mercato degli smartphone in calo
Senza la «carota» di innovazioni vere che spingano a cambiare lo smartphone, oltretutto con i nuovi modelli che costano sempre di più, il mercato di questi dispositivi arranca, con un segno meno che è la costante ormai da un anno.
A scontare la saturazione sono ormai tutte le case produttrici a cominciare da Apple, i cui utenti sono quelli che aspettano di più prima di passare ai nuovi modelli. Il calo del mercato è stato certificato dal centro studi Idc, secondo cui nel terzo trimestre dell’anno sono stati consegnati nel mondo 355,2 milioni di dispositivi, con un calo del 6% rispetto allo stesso periodo del 2017.
È il quarto trimestre consecutivo con il segno meno, sottolineano gli analisti, ma quest’ultimo crollo è dovuto in maniera particolare a Samsung, che ha ancora un quinto del mercato globale e che ha visto un calo del 13%.
«Con il mercato che è ormai completamente saturo - scrivono gli analisti - i produttori sembrano contare sul 5G e su nuovi sviluppi tecnologici per invertire il trend. Crediamo che il mercato inizierà a riprendersi nel 2019 e dopo, spinto a breve termine da un grande rinnovamento in tutti i segmenti mentre nel periodo successivo dalla migrazione al 5G».
La casa coreana nonostante il crollo mantiene il primato nelle vendite davanti a Huawei, la cui quota di mercato è calata leggermente tra giugno e settembre restando però del 14,6% e Apple, che invece ha visto un piccolo aumento dello 0,5% delle vendite, in attesa dell’effetto dei nuovi modelli appena lanciati. Anche Cupertino però arranca nell’ultimo periodo, e uno dei motivi è che chi ha un iPhone tende ad aspettare molto di più rispetto al passato prima di cambiarlo, ancora più di chi ha un Android. Secondo uno studio del trader statunitense Hyla Mobile infatti in generale i possessori di smartphone aspettano 2,83 anni prima di cambiarlo, mentre due anni fa erano 2,39, ma per chi ha un iPhone la cifra sale a 2,92. Tra i motivi ci sono i prezzi sempre più alti dei modelli di punta ma anche, di nuovo, sostanziale assenza di innovazioni.