L’accusa: pressioni di Facebook contro leggi sulla privacy
Facebook avrebbe tentato di esercitare pressioni su diversi politici in varie parti del mondo affinché facessero lobbying a favore dell’azienda contro le leggi sulla protezione dei dati. Lo scrive L’Observer, citando nuovi documenti che il giornale insieme con la pubblicazione Computer Weekly ha preso in visione.
Tra i politici citati l’ex cancelliere dello scacchiere britannico George Osborne e il primo ministro irlandese Enda Kenny.
Le carte citate sarebbero emerse nell’ambito di una causa intentata contro Facebook in California e rivelerebbero che Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook, considerava le leggi europee sulla protezione dei dati una minaccia «cruciale» per l’azienda. Secondo la ricostruzione ci sarebbero state da parte di Facebook promesse di investimenti ed incentivi ma anche un monito al blocco di questi in mancanza di sostegno o approvazione di leggi considerate a favore dell’azienda.
Un portavoce del social network ha fatto presente che i documenti cui si fa riferimento restano riservati come parte di un procedimento giudiziario ancora in corso: «Come altri documenti di cui è stata fatta una scelta selettiva e sono stati diffusi lo scorso anno in violazione di un ordine di un tribunale, raccontano solo una parte della vicenda e omettono elementi importanti di contesto».