I nostri adolescenti che parlano poco (ma dicono moltissimo)
"Non esiste un naso di Pinocchio" che ci indica se i nostri figli adolescenti mentono. Ma esistono - sostiene la giornalista spagnola Susana Fuster - tantissimi segni "non verbali" che possono aiutarci a cogliere i cambiamenti nel loro comportamento e a migliorare la comprensione reciproca. L'adolescenza è una tappa complessa della crescita in cui spesso i genitori lamentano una mancanza di comunicazione con i propri figli, diventati improvvisamente dei veri e propri estranei. In realtà, secondo Fuster, "è una fase in cui i ragazzi parlano poco ma dicono molto con il proprio corpo. Non ci parlano come ci aspettiamo che facciano ma ci mandano una marea di segnali, che tante volte purtroppo non siamo in grado di interpretare". Di questo linguaggio corporale e di come decifrarlo tratta il libro 'Figli che tacciono, gesti che parlano', in cui la giornalista ed esperta in intelligenza emozionale offre uno strumento perché gli adulti - genitori ma anche educatori - possano capire di più gli adolescenti ed avere una miglior comunicazione. Il volume, pubblicato in Spagna nel gennaio 2019 ("Ci sono tanti libri sull'adolescenza, ma nessuno così", scrisse El Pais quando arrivò nelle librerie), è stato ora tradotto all'italiano e pubblicato da Salani editore.
Non è un manuale di "autoaiuto" o un dizionario di segni, ma un saggio efficace e rigoroso attraverso il quale imparare a cogliere particolari del comportamento dei figli che di solito passano inosservati, ma che sono lì, davanti a noi. "Bisogna imparare a guardare l'adolescente con occhi diversi perché, anche se ormai l'abbiamo dimenticato, pure noi siamo stati adolescenti: quando riusciamo a metterci nei loro panni, diventiamo inevitabilmente più empatici", spiega al telefono da Madrid l'autrice, per tre anni direttrice del Master in comportamento non verbale dell'Universidad a Distancia di Madrid (UDIMA) nonché ex corrispondente dagli Stati Uniti per una tv spagnola e mamma di due ragazze di 17 e 13 anni.
Lungo le 300 pagine del libro, Fuster porta il lettore a scoprire le differenze tra le varie forme di linguaggio, per riconoscere cosa si nasconde dietro una postura, un'espressione del volto o la scelta di un capo di abbigliamento. "Guardami quando ti parlo!", "Sta' alla larga", "Contatto con tatto", "La verità sulle bugie" e "Ma come ti vesti!" sono i titoli di alcuni dei 12 capitoli del libro, scorrevole e ricco di esempi basati sulla vita quotidiana ma anche su studi scientifici, e impreziosito da disegni e fotografie. "I nostri figli - afferma Fuster - ci guardano sin da piccoli. E lo fanno anche durante l'adolescenza, malgrado pensiamo il contrario. Anche quando stanno cercando più indipendenza e autonomia continuiamo a essere per loro un punto di riferimento molto importante. Non puoi dire a tuo figlio di non fare cose che facciamo noi".