Il braccio meccanico che gestisce le medicine
Soddisfazione dall’Università di Trento, la prorettrice alla Ricerca Demichelis: «Accompagnare le imprese nelle sfide tecnologiche e aiutarle attraverso la ricerca a potenziare la propria competitività sia una delle missioni dell'Ateneo»
TRENTO. L’intelligenza artificiale applicata allo stoccaggio e alla distribuzione di medicinali nelle attività di farmacie, ospedali e grossisti. Il progetto di Open Innovation per l’armadio automatizzato Riedl Phasys è il risultato di un lungo ed elaborato percorso di ricerca portato avanti in primis dal Gruppo GPI, ma con il fondamentale sostegno di Università di Trento, Fbk e della startup Dolomiti Robotics.
La firma sul contratto di collaborazione risale al 10 febbraio 2020, poco prima del dilagare della pandemia, con l'obiettivo, ambizioso, di trovare una soluzione tecnologicamente all'avanguardia per velocizzare il processo di organizzazione e catalogazione dei tantissimi farmaci che, ogni giorno, passano dai principali presidi sanitari del territorio.
In parole semplici, il procedimento d'ora in avanti - per le realtà che decideranno di attrezzarsi con la nuova strumentazione - sarà il seguente: le scatolette di medicinali verranno inserite all'interno di un macchinario che le trasporterà verso un braccio meccanico; quest’ultimo, grazie ad un’apposita ventosa, raccoglierà la confezione del medicinale e la depositerà su una piccola piattaforma, dove un altro meccanismo la raccoglierà per andare a posizionarla nel posto giusto nel grande armadio dei medicinali.
Un processo velocissimo, visto che ogni pacchetto verrà sistemato in qualche decina di secondi al posto giusto. Ma la cosa che più sorprende, e rispetto alla quale i ricercatori hanno dovuto ingegnarsi non poco per trovare una soluzione, riguarda le confezioni cilindriche: sì perché se quelle rettangolari o quadrate sono di semplice gestione per il braccio meccanico, le altre hanno bisogno di qualche controllo in più.
Tuttavia la tecnologia non solo è in grado di riconoscere la diversità della confezione, ma anche di posizionarla sulla piattaforma con il coperchio rivolto verso l'alto, ruotandosi fino a garantire la giusta direzione del prodotto prima che venga collocato insieme agli altri. Insomma, un'innovazione destinata a diventare prodotto di punta dell'azienda che, al momento dell'avvio del progetto, aveva messo sul piatto circa 400 mila euro.
«Siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo - ha spiegato Massimiliano Rossi, direttore dell'Asa Automation del Gruppo GPI, - Ora abbiamo un sistema in grado di rispondere a queste esigenze e lo installeremo di serie in tutti i nuovi armadi Riedl».
Soddisfazione anche dall’Università di Trento, rappresentata dalla prorettrice alla Ricerca Francesca Demichelis - che ha sottolineato come «Accompagnare le imprese nelle sfide tecnologiche e aiutarle attraverso la ricerca a potenziare la propria competitività sia una delle missioni dell'Ateneo» - e da parte dell'amministratore di Dolomiti Robotics, Fabiano Zenatti, che ha aggiunto: «Una delle sfide più importanti in questo progetto era fornire un prodotto con alte performance e affidabile. Possiamo considerare questa esperienza di Open Innovation come una delle più riuscite».