Un pezzo di Trentino è in viaggio verso Giove: il radar spaziale ideato dal Dipartimento di Ingegneria
Lo strumento di Trento servirà per catturare le immagini della sotto-superficie delle lune ghiacciate e per avere informazioni sulla presenza di acqua. La sonda impiegherà sette anni per raggiungere il sistema gioviano dove e dal 2031 le osservazioni, prima del pianeta e poi delle sue lune
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TRENTO. Meno di una settimana al lancio della missione spaziale Esa con destinazione Giove. La sonda Juice (JUpiter ICy moon Exlorer), si dirigerà verso le lune ghiacciate del gigante gassoso allo scopo di ricavare maggiori informazioni sulla formazione dei pianeti, sulle condizioni necessarie alla formazione della vita e sul funzionamento del sistema solare.
L'attenzione per la realtà trentina sarà tutta sul radar spaziale Rime (Radar dor Icy Moon Exploration), uno dei dieci strumenti a bordo, progettato e ideato da un team di scienziati coordinato da Lorenzo Bruzzone, professore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione dell'Università di Trento e responsabile del Laboratorio di Telerivelamento (Remote Sensing Laboratory). Lo strumento catturerà delle immagini della sotto-superfice delle lune ghiacciate per avere informazioni sulla presenza di acqua.
«Juice - spiega Bruzzone - non ha lo scopo di di trovare la vita, ma di cercare le condizioni per cui la vita possa sussistere. L'identificazione di acqua negli strati sottosuperficiali di Gamenide o di Europa da parte di Rime sarebbe una scoperta eccezionale per ipotizzare la presenza di forme di vita elementari». Sarà inoltre fondamentale alla missione il contributo dell'Unità di ricerca Remote Sensing for Digital Earth della Fondazione Bruno Kessler, guidata dalla ricercatrice Francesca Bovolo, che si occuperà dell'elaborazione automatica del dati acquisiti dal radar spaziale.
Rime sarà infatti in grado di penetrare virtualmente la superficie ghiacciata dei satelliti fino ad una profondità di nove chilometri, ricavando migliaia di dati in pochi istanti. «Per elaborarli - ha ricordato Bovolo - abbiamo sviluppato algoritmi complessi basati sull'intelligenza artificiale e sul deep learning allo scopo di creare mappe di segmentazione, ad esempio per dividere idealmente la superficie di ghiaccio dal terreno che c'è sotto».
Il lancio della sonda, 5.3 tonnellate per 85 metri di pannelli solari, salvo imprevisti, avverrà a Kourou in Guyana francese il 13 aprile alle ore 14.15 italiane. Juice partirà con un Ariane 5 dalla base spaziale, in diretta mondiale. A Kourou, a monitorare la missione i diversi responsabili scientifici, tra cui Bruzzone, che controllerà il corretto funzionamento di Rime, primo strumento ad essere avviato. A gestire le operazioni cruciali di rilevazione, già qualche giorno dopo il lancio, sarà il team di ricerca trentino che lavorerà nel nuovo laboratorio Scienze Operation Center del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione.
I dati elaborati dal radar, progettato e costruito in Italia dai laboratori dell'industria Thales Alenia Space, con alcuni sottosistemi forniti dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, permetteranno un salto in avanti nella conoscenza scientifica, dopo le missioni Voyager, Galileo e Juno. La sonda impiegherà sette anni per raggiungere il sistema gioviano dove a partire dal 2031 inizieranno le osservazioni, prima del pianeta gassoso e poi delle sue lune Europa, Callisto e Ganimede.
A bordo, forte la presenza italiana: oltre a Rime ci sarà la Camera Janus, strumento di Radio Scienza 3GM e lo spettrometro Majis (Moons and Jupiter Imaging Spectrometer), coordinato dall'Asi e guidato all'agenzia spaziale francese Cnes. Già sold out la possibilità di seguire l'evento in diretta dal Disi con la presentazione del ricercatori sui retroscena e finalità della missione. Sarà comunque possibile vedere l'evento sul sito e sui social Esa.