Intelligenza artificiale, OpenAi corre: i ricavi hanno superato i due miliardi
L'ad Sam Altman ha l'obiettivo di raccogliere la cifra record di 5.000-7.000 miliardi di dollari (circa la capitalizzazione di mercato di Microsoft e Apple insieme) per rivoluzionare il settore e il mondo dei chip da cui dipende: ecco i progetti
NEW YORK. I ricavi di OpenAi hanno superato i due miliardi di dollari su base annualizzata, rendendo la società che sta dietro a ChatGPT una di quelle a crescita maggiore nella storia. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali OpenAi può raddoppiare i suoi ricavi entro il 2025, grazie al forte interesse dell'aziende all'utilizzo dell'intelligenza artificiale. La straordinaria crescita mette OpenAi fra le poche aziende della Silicon Valley - insieme a Google e Meta - ad aver registrato ricavi per un miliardo nel loro primo decennio di vita.
Sam Altman non si ferma neanche di fronte a quella che forse è la sua maggiore ambizione: raccogliere la cifra record di 5.000-7.000 miliardi di dollari (circa la capitalizzazione di mercato di Microsoft e Apple insieme) per rivoluzionare l'intelligenza artificiale e il mondo dei chip da cui dipende. Dopo aver lanciato la svolta dell'IA generativa nel 2022 con l'introduzione al grande pubblico di ChatGPT, l'amministratore delegato di OpenAI si è lanciato in investimenti in start up per la creazione di energia a basso costo dalla fusione nucleare e per allungare l'arco di vita degli esseri umani. Scommesse che impallidiscono di fronte all'ambizione di raccogliere fino a 7.000 miliardi per trasformare radicalmente l'IA e il mondo dei semiconduttori.
La cifra record alla quale Altman punta si confronta con i 527 miliardi di dollari di vendite di chip realizzate a livello globale nel 2023 e ai 100 miliardi di quelle vendite di apparecchiature per produrre i semiconduttori. L'iniziativa di Altman punta a risolvere e rimuovere gli ostacoli alla crescita di OpenAi, in primis quello degli scarsi e costosi chip per l'intelligenza artificiale necessari per addestrare i modelli che sono dietro ai sistemi di IA come ChatGPT. Da tempo Altman infatti denuncia che la disponibilità di questi preziosi semiconduttori è limitata e questo frena l'AGI, ovvero quell'intelligenza artificiale generale che è più intelligente degli esseri umani.
Altman ha già avviato una serie di contatti con potenziali investitori fra i quali gli Emirati Arabi Uniti e l'amministratore delegato di Softbank Masayoshi Son. Il ceo di OpenAi ha anche incontrato manager di alto livello del colosso taiwanese dei chip TSMC, al quale avrebbe riferito - riporta il Wall Street Journal - la sua intenzione di costruire decine di impianti per produrre semiconduttori nei prossimi anni. Altman ha anche già incontrato la ministra del commercio dell'amministrazione Biden Gina Raimondo in merito alla sua iniziativa.
Gli Stati Uniti sono, per il numero uno di OpenAI, la destinazione preferita per la costruzione di impianti per i chip anche se questo potrebbe tradursi in paletti più stringenti per la raccolta fondi. Non è infatti chiaro quanto Washington sarebbe favorevole a un ruolo importante di potenziali investitori stranieri in un settore strategico come quello dei semiconduttori.