Oliviero Stock: a Trento l'intelligenza artificiale si studia dagli anni Ottanta
Oggi, 21 ottobre, presentazione del libro del noto studioso della Fbk che racconta le vicende dell'Irst: "Molti non sanno che già quarant’anni fa esisteva a Trento uno dei migliori istituti d’Europa, l’Istituto di ricerca scientifica e tecnologica di Povo. All’inizio c’erano sospetto e ostilità. Il mio non è un saggio, anche se qualche passaggio tecnico l’ho inserito nelle note, ma è una cronaca documentata degli sviluppi»
AGRICOLTURA L'intelligenza artificiale nei campi
STUDIO Ma la Ai è superiore all'intelligenza umana?
TRENTO. «Meglio artificiale che niente. Cronache dell'intelligenza sulla collina» è il titolo del libro scritto da Oliviero Stock, che sarà presentato lunedì 21 ottobre alle 17.30 nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Geremia. Stock, attualmente distinguished fellow della Fondazione Bruno Kessler in cui ha lavorato fino dal 1987, contribuendo al lancio dell'Irst, presenta una cronaca dello sviluppo dell'Istituto per la Ricerca Scientifica e Tecnologica di Povo, dopo la rifondazione dell'istituto a partire da un piccolo centro di fisica preesistente, avvenuta a metà anni Ottanta del secolo scorso e fino al passaggio a Fondazione Bruno Kessler, avvenuta nel 2007.Una visione dall'interno. «La cronaca è molto documentata, ma è una visione personale di questi sviluppi - spiega Stock -. Ho avuto l'opportunità di partecipare a quest'avventura, fino da una fase iniziale e di collaborare con Luigi Stringa, che fu la persona che mise in piedi questo nuovo istituto con grande ambizione. Venivo da Roma dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, mi occupavo da un decennio di intelligenza artificiale e Stringa mi diede l'opportunità di costituire un bel gruppo di ricerca, con giovani di notevole qualità che potei scegliere, e a cui devo molto. Alcuni sono ancora oggi in Fbk. Racconto come dal niente a Trento si creò un istituto di assoluto valore in un campo che veniva visto con sospetto e ostilità da molti». La ricerca a Povo. «Il libro non è un saggio sull'intelligenza artificiale, e qualche passaggio un pochino più tecnico l'ho inserito in note, che non sono essenziali. L'obiettivo è che lo possano leggere persone interessate a questo campo di cui si parla molto oggi spesso a sproposito, e che magari non sanno che già quasi quarant'anni fa esisteva a Trento uno dei migliori istituti in Europa. Ma anche persone che siano interessate alla vita in un istituto di ricerca, con gli alti e bassi, qualche inevitabile conflitto, ma soprattutto entusiasmo e - per me - vero divertimento. Nel prologo del libro dico che un ricercatore è una persona che dice al/alla partner che va dall'amante e invece va a lavorare. Poi in realtà sono raccontati tanti episodi, alcuni forse sorprendenti o divertenti. In questo senso spero che possa anche essere un pochino d'ispirazione per dei giovani curiosi. Il libro, essendo una cronaca, riporta tanti nomi di persone che in un modo o nell'altro hanno avuto un ruolo in questa storia. Molti trentini troveranno una connessione». Il contesto storico e politico. «Senza l'impegno visionario di alcuni uomini politici tutto questo non sarebbe stato possibile. Ci sono stati momenti straordinari, ma anche momenti di vero affossamento dell'iniziativa. In quei momenti hanno contato la decisione dei ricercatori di persistere e si sono potuti contare gli amici di quest'impresa». Il fattore K. «Tra gli avvenimenti salienti che possono descrivere meglio l'avanzamento del processo di "AI" sulla collina ricordo prima di tutto la decisione di Kessler, in quanto presidente dell'Istituto Trentino di Cultura, una volta passata l'Università allo Stato, di investire su un istituto di ricerca che potesse diventare importante e potesse contribuire ad aprire una nuova prospettiva per il Trentino». L'intelligenza artificiale. «Stringa lo affascinò con l'idea di puntare sull'intelligenza artificiale. Ci si avvicinava alla metà degli anni Ottanta e si era nel contesto di una fase di grande ottimismo mondiale per i successi dell'AI. Il Trentino investì, sviluppò un grande istituto che attrasse molti giovani di alto livello. Oltre alla parte di AI, in cui ero coinvolto e a cui mi dedico nel libro, Stringa fece un altro investimento importante in un settore che richiedeva anche apparecchiature importanti: microsistemi». La fine del sogno. «Morto Kessler e cambiato il vento politico, Stringa venne mandato via e, come dicevo, i ricercatori riuscirono a resistere. Più avanti, venne un altro periodo positivo: il presidente Lorenzo Dellai riprese con forza la visione di Kessler. Ci fu davvero vicino, con il supporto di Fernando Guarino. Addirittura, alle elezioni provinciali mise la ricerca al primo posto del suo programma. Un caso più unico che raro e, malgrado questo, fu confermato...» L'AI e le nostre vite. «È naturale che la ricerca in questo campo d'avanguardia fornisca nuovi strumenti destinati ad avere grande impatto. Sta a noi decidere se gli strumenti saranno per dare a noi più possibilità, adattandosi a noi e aiutando individui e società, o invece si prenderanno strade diverse».I pro e i contro.«Per tanti aspetti l'AI porta un progresso straordinario, cito un campo applicativo: la medicina. In generale vi sono vari pericoli e straordinarie opportunità».