Fatti risalenti a luglio 2024 a Bologna, ma lo scorso lunedì accuse analoghe sono state rivolte a poliziotti dai fermati durant euina manifestazione a Brescia davanti alla fabbrica Leonardo.
Per un episodio simile a quello segnalato lunedì a Brescia da Extinction Rebellion, con una attivista che ha denunciato presunti abusi subiti in Questura durante una perquisizione, il 9 luglio, al termine dell'indagine la Procura di Bologna ha chiesto l'archiviazione. Lo riportano le pagine locali di Repubblica.
La denuncia riguardava quanto successo nel giorno delle manifestazioni contro il G7 Scienza che allora si svolgeva in città. La giovane donna era stata fermata nel corso della protesta durante la quale gli attivisti avevano esposto uno striscione sulla Torre dell'Orologio. Aveva denunciato che, portata in Questura, era stata fatta spogliare e piegare in un bagno sporco.
La pm Francesca Rago ha concluso che la poliziotta, indagata per perquisizione arbitraria, non era a conoscenza dei motivi per cui l'attivista era stata portata in Questura e ha svolto gli atti con le modalità previste, senza eccedere i limiti delle proprie attribuzioni. Alla luce di quanto descritto dalla stessa giovane, secondo la Procura, non ci sarebbero stati neppure comportamenti lesivi della dignità o del pudore della persona perquisita. Contro la richiesta di archiviazione presenterà opposizione il difensore dell'attivista, avvocato Ettore Grenci, chiedendo al Gip di disporre l'imputazione coatta.
"Le cose non sono andate per come raccontate. Tra l'altro non si capisce - dice il legale al quotidiano - per quale ragione, per cercare dei volantini, una persona debba essere costretta a denudarsi. La Procura sostiene che la poliziotta non aveva avuto indicazioni su cosa cercare, tuttavia ci sono testimonianze del fatto che le era stato ordinato di cercare materiale di propaganda e non altro".
Un'inchiesta sulle modalità delle perquisizioni effettuate dalla Polizia non è stata aperta. Sul tavolo della Procura di Brescia, però, sono però arrivati tutti gli atti relativi alla protesta di lunedì quando un gruppo di manifestanti di Extinction Rebellion ha dato vita ad un presidio davanti alla sede Brescia di Leonardo. Tra gli atti c'è la ricostruzione di quanto accaduto dentro gli uffici della questura di Brescia dove le manifestanti sono state fatte spogliare - hanno denunciato - e costrette a fare dei piegamenti come denunciato in un video pubblicato sui social da una delle donne del gruppo di Extinction Rebellion. "Sono stata umiliata. Questo trattamento è stato riservato solo a persone femminilizzate.
Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e togliersi i vestiti" ha raccontato la manifestante. Circostanza che la questura di Brescia non ha negato, precisando però che "nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative". L'avvocato Gilberto Pagani, difensore di alcune manifestanti, conferma che anche oggi "non è stata presentata denuncia. Stiamo valutando", mentre la Procura deve pronunciarsi sulla convalida del materiale sequestrato: pare un pennarello e due bombolette spray usate per scrivere sull'ingresso della fabbrica Leonardo.
A Brescia, però, le polemiche non si placano e le prese di posizione - dopo tre interrogazioni parlamentari al ministro dell'Interno Piantedosi - si moltiplicano. E la temperatura si alza sempre più.
"Ad ogni forma di repressione risponderemo con la lotta" è lo slogan dei gruppi antagonisti bresciani con il quale è stato indetto per sabato pomeriggio alle 15.30 un presidio di protesta davanti alla questura di Brescia. "Si tratta di un presidio di denuncia - spiega Diritti per tutti - contro gli abusi della polizia e in solidarietà agli attivisti". Sono attese centinaia di persone da fuori Brescia e l'allerta è alta. "Se confermati, questi fatti rappresentano gravi violazioni dei diritti umani e un utilizzo strumentale della violenza di genere come forma di controllo sociale e repressione" dicono in una nota i centri antiviolenza di Brescia Butterfly, Casa delle Donne, Chiare Acque, Donne e Diritti, Rete di Daphne e Viva Donna.
"Riteniamo urgente e indispensabile - aggiungono - l'apertura di un'indagine ufficiale per accertare quanto accaduto e garantire piena trasparenza". A proposito di un'inchiesta per un episodio simile a quello denunciato via media a Brescia da Extinction Rebellion, accaduto il 9 luglio, al termine dell'indagine la Procura di Bologna ha chiesto l'archiviazione. La denuncia riguardava quanto successo nel giorno delle manifestazioni contro il G7 Scienza che allora si svolgeva in città.
La giovane donna era stata fermata nel corso della protesta durante la quale gli attivisti avevano esposto uno striscione sulla Torre dell'Orologio. Aveva denunciato che, portata in Questura, era stata fatta spogliare e piegare in un bagno sporco. La pm Francesca Rago ha concluso che la poliziotta, indagata per perquisizione arbitraria, non era a conoscenza dei motivi per cui l'attivista era stata portata in Questura e ha svolto gli atti con le modalità previste, senza eccedere i limiti delle proprie attribuzioni. Alla luce di quanto descritto dalla stessa giovane, secondo la Procura, non ci sarebbero stati neppure comportamenti lesivi della dignità o del pudore della persona perquisita. (ANSA)