Bagnasco: «Le nozze gay, grave vulnus per la famiglia»
Il «oui» pronunciato mercoledì a Montpellier da Bruno e Vincent, primi sposi gay di Francia, fa discutere. In Italia è stato il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, a sottolineare che quel sì rappresenta «un grave vulnus alla famiglia». Parlando con i giornalisti a Genova, Bagnasco ha tenuto a ribadire che «la famiglia ovunque nel mondo è il presidio dell'umano dove i bambini, le nuove generazioni, vengono non solo concepite e generate ma educate, come è diritto e dovere primario e fondamentale dei genitori»
Il «oui» pronunciato mercoledì a Montpellier da Bruno e Vincent, primi sposi gay di Francia, fa discutere. In Italia è stato il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, a sottolineare che quel sì rappresenta «un grave vulnus alla famiglia». Parlando con i giornalisti a Genova, Bagnasco ha tenuto a ribadire che «la famiglia ovunque nel mondo è il presidio dell'umano dove i bambini, le nuove generazioni, vengono non solo concepite e generate ma educate, come è diritto e dovere primario e fondamentale dei genitori». Per la Chiesa, la famiglia è «un papà e una mamma che, nella loro completezza di personalità, danno ai propri figli un'educazione integrale nella libertà di ciascuno».
La questione non è riconoscere o meno diritti individuali, dice Bagnasco, ma considerare «matrimonio» l'unione di una coppia di fatto, sia essa etero o omosessuale: «L'assicurazione circa i bisogni, i desiderata, i diritti individuali sono già assicurati dal diritto civile, senza la necessità di creare un nuovo soggetto di diritto».
Immediata la replica del deputato di Sel Alessandro Zan: «In un momento in cui anche le cronache ci dicono che molti giovani sono vittime di discriminazioni, le parole del cardinal Bagnasco rischiano di alimentare omofobia». Secondo Zan, «il matrimonio gay non è un vulnus per la famiglia, ma l'affermazione di un diritto. Le famiglie gay esistono già, peccato che la legge italiana non le riconosca, anche a causa di una persistente influenza delle gerarchie vaticane». Alle parole di Zan hanno fatto seguito quelle del presidente di Gaynet, Franco Grillini: «Quando parlano certi vescovi come Bagnasco vien da chiedersi: ma dove vive? La vera violenza alle famiglie, la vera emergenza è rappresentata da quel maschilismo criminale che ogni giorno ammazza una donna o un bambino».
E il dibattito sui diritti delle coppie gay sta diventando davvero bipartisan: in attesa che Giancarlo Galan (Pdl) depositi la proposta di legge annunciata martedì, ieri a prendere l'iniziativa è stata la deputata di Scelta Civica Irene Tinagli che ha depositato una proposta per istituire le Unioni civili sottoscritta da una dozzina di deputati di Scelta Civica. «Le Unioni civili - spiega Tinagli - garantiscono alle coppie dello stesso sesso che decidano di ricorrervi il pieno riconoscimento di tutti i diritti e doveri propri del matrimonio (inclusi il diritto di assistere il partner in ospedale, di subentrare nel contratto di affitto in caso di morte del partner e la possibilità di succedergli in qualità di erede legittimo) senza tuttavia interferire con la disciplina del matrimonio tradizionale. Il disegno di legge inoltre non interferisce in alcun modo sulla condizione giuridica dei figli o sulla disciplina delle adozioni dei minori. Questo non perché non sia ritenuto importante un intervento legislativo su tale materia, ma per agevolare la massima convergenza parlamentare sull'importante traguardo del riconoscimento delle unioni omosessuali».
Il «oui» di Montpellier fa discutere non solo in Italia: in Turchia è scontro aperto fra il principale partito laico di opposizione, il Chp, e il partito islamico Akp del premier Recep Tayyip Erdogan. In Gran Bretagna, invece, il vescovo di Salisbury, Nicholas Holtam, ha invitato a «ripensare l'interpretazione delle sacre scritture alla luce del nuovo atteggiamento della società nei confronti dell' omosessualità».