Letta: «Con l'Expo fuori dalla crisi»
L'esposizione mondiale che si terrà fra meno di due anni a Milano «sarà fondamentale» per uscire dalla crisi. Anzi, sarà proprio «il cuore della ripresa italiana». Parola del presidente del Consiglio, Enrico Letta, che da Monza ha lanciato la sfida. «Leghiamo a Expo 2015 l'obiettivo della ripresa economica del nostro Paese», si è infatti impegnato il capo del Governo alla Villa Reale, nel suo discorso alla cerimonia per il lancio della campagna promozionale dell'esposizione, davanti anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
L'esposizione mondiale che si terrà fra meno di due anni a Milano «sarà fondamentale» per uscire dalla crisi. Anzi, sarà proprio «il cuore della ripresa italiana». Parola del presidente del Consiglio, Enrico Letta, che da Monza ha lanciato la sfida. «Leghiamo a Expo 2015 l'obiettivo della ripresa economica del nostro Paese», si è infatti impegnato il capo del Governo alla Villa Reale, nel suo discorso alla cerimonia per il lancio della campagna promozionale dell'esposizione, davanti anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Proprio ieri, il commissario unico Giuseppe Sala ha annunciato che con l'adesione di Grecia e Burundi è stato «raggiunto e superato» con due anni di anticipo l'obiettivo di avere 130 Paesi partecipanti. Sala ha parlato di una «vera e propria corsa dei Paesi del mondo» ad aderire, ora si tratta di «lavorare con intensità» ai progetti.
«L'importante - ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia - è che adesso c'è l'unione di tutte le istituzioni». Anche se «mancano alcune scelte che il governo si è impegnato a fare».
Più esplicito il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha promosso il «World Expo Tour» iniziato a Monza, secondo cui «il Governo deve allargare i cordoni della borsa, le maglie del Patto di Stabilità da qui al 2015 e considerare la Lombardia, Milano e i Comuni interessati una zona franca da molti vincoli di bilancio, altrimenti il percorso è in salita».
Da Letta, è arrivata l'assicurazione «dell'impegno totale del Governo». E per dimostrarlo ha annunciato che Milano sarà la «capitale» del semestre italiano di presidenza Ue, con una serie di vertici internazionali, tra cui l'Asem.
D'altronde, in un video-messaggio, il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso (il suo vice Antonio Tajani era in platea), ha definito l'Expo una «occasione unica per Milano, l'Italia e l'Europa di aumentare la nostra visibilità», con una manifestazione in linea con i «valori dell'Ue».
Secondo il premier, però, l'Expo di Milano «vince, e vincerà, se sarà simbolo dell'unità nazionale».
Anche se non tutti sembrano d'accordo, visto che fuori dai cancelli della Villa Reale hanno anche manifestato alcuni comitati no-Expo. Il richiamo all'italianità è stato comunque uno dei «Leitmotiv» della giornata di Monza, che nella parte pubblica, prima di una cena di gala, è stata chiusa da un concerto del maestro Giovanni Allevi che al pianoforte ha suonato l'inno di Mameli davanti alla platea tutta in piedi, da Napolitano a Letta a Maroni, insieme fra gli altri al ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, al sottosegretario Maurizio Martina e al commissario del Padiglione Italia Diana Bracco.
«Abbiamo un'obiettivo e un'ambizione - ha detto -: affermare nel mondo che l'Italia sa costruire il proprio futuro».
A lei e al commissario Sala, con parole di «piena fiducia», Napolitano ha voluto dare «un forte incoraggiamento, sapendo quale determinazione occorrerà sprigionare per superare difficoltà e residui ritardi». «Il nostro impegno per l'Expo di Milano - ha concluso il capo dello Stato - è un'ulteriore manifestazione della volontà dell'Italia di non ripiegarsi su se stessa».