Arriva il freddo, inizia la strage dei clochard
È cominciata la strage silenziosa: quella che ogni inverno si porta via la vita di molti senzatetto, privi di qualunque protezione e assistenza. Sono almeno 100 in Italia i morti di freddo dal 1995 al 2013, a cui vanno aggiunti quelli deceduti per cause connesse alla mancanza di un tetto, come le esalazioni e gli incendi causati da bracieri difettosi, la mancanza di cure sanitarie, la malnutrizione
È cominciata la strage silenziosa: quella che ogni inverno si porta via la vita di molti senzatetto, privi di qualunque protezione e assistenza. Sono almeno 100 in Italia i morti di freddo dal 1995 al 2013, a cui vanno aggiunti quelli deceduti per cause connesse alla mancanza di un tetto, come le esalazioni e gli incendi causati da bracieri difettosi, la mancanza di cure sanitarie, la malnutrizione.
Negli ultimi anni, numerose associazioni (in prima linea Caritas e Sant'Egidio) e molti Comuni si sono attrezzati per cercare di offrire aiuto a chi non ha una casa, ma i tagli al settore dell'assistenza rendono sempre più complicato soddisfare tutte le esigenze, mentre la crisi ha fatto crescere notevolmente il numero dei clochard, che secondo le ultime stime nel 2012 erano oltre 60.000.
Quest'anno, il triste conteggio è già ricominciato. Quattro i morti, tutti stranieri, nel giro di due notti: martedì un clochard maghrebino di circa 40 anni è deceduto a Napoli, nei pressi di Palazzo San Giacomo, sede del Comune. L'uomo, con problemi di salute e di alcol, è stato trovato senza vita sotto i portici di via San Giacomo. Lo chiamavano Samuel, ma forse il suo nome era un altro. Pare avesse problemi cardio-circolatori, che sicuramente il freddo pungente di questi giorni non ha alleviato.
E non c'è differenza tra Nord e Sud, in questa tragedia che si consuma senza che i riflettori mai si accendano, a meno che non si verifichi qualche atto violento. Così, il cadavere di un ragazzo di circa 25 anni, probabilmente straniero, è stato trovato ieri pomeriggio da agenti della Polfer nei locali abbandonati dello scalo ferroviario di Porta Romana, a Milano. In questo caso, a uccidere il giovane non sarebbe stato il freddo, ma le esalazioni di un braciere acceso per scaldarsi.
E un altro uomo senza fissa dimora, un tedesco di 58 anni, è stato trovato morto martedì scorso sotto a un cavalcavia a Musile di Piave, nel veneziano. La vittima dormiva lì da mesi, coperto solo da un telo di plastica e su un materasso di fortuna.
Ma a colpire particolarmente è la morte del liberiano Man Addia, 31 anni, giunto a San Ferdinando (Reggio Calabria) per lavorare come stagionale nella raccolta degli agrumi: non aveva trovato posto nella tendopoli allestita per ospitare gli immigrati e si era adattato a dormire in auto. Una scelta fatale, che gli ha procurato due malori, l'ultimo fatale: ma i sanitari che l'avevano visitato la scorsa notte gli avevano solo praticato una puntura, null'altro. Quando l'uomo si è sentito di nuovo male, i suoi amici l'hanno portato all'ospedale di Gioia Tauro, dove però è giunto ormai morto. La procura di Palmi ha aperto un'inchiesta.