Suore uccise, dal Trentino aiuti al Burundi
C’è anche un po’ di Trentino nel «Centre Jeunes Kamenge», alla periferia di Bujumbura, in Burundi, dove sono state uccise le tre suore italiane, Suor Bernardetta Boggian, suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti. Fin dal 2005, il Centro delle missioni saveriane, a cui la struttura fa capo, è finanziato anche dalla Provincia autonoma di Trento, attraverso una serie di progetti presentati dall’Associazione Amici del senatore Spagnolli di Rovereto.
C’è anche un po’ di Trentino nel «Centre Jeunes Kamenge», alla periferia di Bujumbura, in Burundi, dove sono state uccise le tre suore italiane, suor Bernardetta Boggian, suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti. Fin dal 2005, il Centro delle missioni saveriane, a cui la struttura fa capo, è finanziato anche dalla Provincia autonoma di Trento, attraverso una serie di progetti presentati dall’Associazione Amici del senatore Spagnolli di Rovereto.
L’associazione è da anni è impegnata in progetti di solidarietà internazionale in Africa e uno di questi riguarda proprio la missione dove lavoravano le tre suore, uccise nella parrocchia adiacente al Centro. Il Centro e la parrocchia Guido Maria Conforti si suddividono i compiti: al Centro si occupano di adolescenti, mentre alla parrocchia ci si concentra sui bambini. Le due strutture sono coordinate dai padri saveriani.
Nonostante il brutale omicidio, che ha scosso profondamente l’opinione pubblica, le associazioni trentini di volontariato continueranno la loro opera in quel Paese, dichiara l’assessora alla cooperazione internazionale, Sara Ferrari. «Un impegno - ha detto - che vogliamo continuare a sostenere, perché il Trentino si contraddistingue per l’alto valore della solidarietà, anche e soprattutto in situazioni difficili».