Valdastico, nuovo attacco «Faremo causa allo Stato»
La Serenissima torna all'attacco sul fronte Valdastico: la concessionaria veneta ha minacciato di fare «causa allo Stato» se non verrà sbloccato il coimpletamento del tratto Nord della A31, contro cui si batte da anni il Trentino Cosa prevede lo «Sblocca Italia»
Se qualche giorno fa Trento - basandosi su sentenze della Corte costituzionale - annunciava di essere pronta a fare ricorso nel caso di autorizzazioni governative alla Valdastico, ora è il Veneto a dirsi pronto a fare la guerra allo Stato nel caso che da Roma non si «sblocchi» qualcosa in tempi rapidi.
Ad annunciare di essere «pronti a fare causa allo Stato» è il direttore generale della A4, Bruno Chiari. «Il contenzioso - ha dichiarato a Venezie post - siamo pronti ad aprirlo noi. La Valdastico nord non ce la siamo inventati ma è compresa nella convenzione con l’Anas, l’ha chiesta il ministero a suo tempo. Noi siamo una concessionaria, se la politica non trova l’accordo e ci impedisce di costruire siamo pronti a fare causa allo Stati per danni».
Il nervosismo in «pianura» di questi tempi è più pesante della nebbia a novembre. Fino a qualche settimana fa a Venezia si dava la A31 ormai come certa. Sembrava ovvio e sicuro che il progetto di prolungamento verso nord della Valdastico fosse inserito come «priorità» nel decreto «Sblocca Italia», nonostante la netta, persistente e immutabile contrarietà del Trentino. Ed invece quando, la settimana scorsa, il testo governativo è stato approvato, del prolungamento dell’autostrada da Piovene Rocchette verso Besenello non v’era traccia.
In Veneto non l’hanno presa bene e subito si sono messi a fare telefonate. A Roma hanno «indorato» la pillola spiegando che per la Valdastico si sarebbe utilizzato un iter autorizzativo diverso: quello del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e poi, eventualmente, in Consiglio dei ministri.
Allarme rientrato, quindi? Evidentemente no, se il direttore generale della Serenissima si lancia pubblicamente in minacce allo Stato del tipo: «O la Valdastico o vi facciamo causa».
Al momento la situazione sembra dunque sorridere al Trentino. Nello «Sblocca Italia», infatti, si parla del possibile prolungamento della concessione per l’Autobrennero e si conferma (ma qui non c’erano dubbi) l’impegno italiano per la realizzazione del tunnel del Brennero.
A questo proposito, a Milano, nell’ambito della riunione informale dei ministri dei Trasporti dell’Unione Europea, il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi ha però sottolineato la scarsità di risorse disponibili per la realizzazione delle reti di collegamento transeuropee. «Nonostante il notevole sforzo finanziario compiuto dall’Unione Europea resta una significativa carenza di finanziamenti a livello pubblico e privato per coprire anche solo in parte i 250 miliardi di euro per completare la rete centrale dei corridoi».
Su questa convinzione si inserisce la proposta («che è più una provocazione» come ammette lo stesso autore) del commissario governativo per l’asse del Brennero Mauro Fabris. Per tentare di accelerare una situazione oggettivamente ferma, nei giorni scorsi il commissario ha lanciato l’idea che l’A22 liquidi ai propri soci il «tesoretto» da 550 milioni di euro degli accantonamenti per il tunnel. A quel punto, secondo Fabris, sarebbe facile «stanare» le Province di Trento e Bolzano e la Regione. «Se davvero, come dicono, sono interessate a potenziare la ferrovia del Brennero - ha spiegato - non dovrebbero avere problemi a conferire la loro parte nella società del tunnel. Così si spingerebbe l’Unione Europea a mettere sul piatto la stessa cifra. E, a quel punto, con un miliardo a disposizione le cose potrebbero iniziare a muoversi».
Cosa prevede lo «Sblocca Italia»