San Martino-passo Rolle: il progetto di funicolare avanza
Ci siamo. O così pare. Oggi, i tredici Comuni soci (gli otto di Primiero e i cinque confinanti Predazzo, Sovramonte, Castello, Cinte e Pieve Tesino) dovrebbero formalizzare la proposta di Acsm di elargire 4 milioni e mezzo in cinque anni per la partecipazione all'attuazione delle opere accessorie alla funicolare di collegamento tra San Martino e Passo Rolle.
Poi, ne verrà fatta partecipe la Provincia a cui si richiederà di esprimersi in merito entro metà dicembre, soprattutto per rimanere nei tempi imposti dal presidente Ugo Rossi e chiudere l'annoso capitolo, iniziato il 17 ottobre 2009 quando Lorenzo Dellai e Alberto Pacher, presidente e vicepresidente della Provincia, con il dirigente massimo Raffaele De Col, presentarono a Primiero per la prima volta l'ipotesi di un collegamento con funicolare: mobilità alternativa con costi a carico della Provincia e messa in rete della skiarea a carico di una parte terza.
Si sta definendo così il famoso protocollo anticipato il 13 agosto a San Martino dall'assessore ai lavori pubblici Mauro Gilmozzi e stilato poi in bozza dal dirigente Paolo Nicoletti che doveva entro metà settembre esplicitare l'intervento economico e i soggetti per il finanziamento e la gestione delle opere accessorie.
La Pat, da parte sua, si è impegnata ad appaltare alla Rolle Società Consortile, i cui soci sono il Consorzio Cooperative Costruzioni-Ccc di Bologna (36%), Collini Lavori Spa (36%), Consorzio Lavoro Ambiente-Cla (18%) di Trento e Imprese e Territorio (10%) di Primiero, con una procedura extra bando i lavori per il famoso trenino dopo che avrà ottenuto la garanzia che la cordata degli enti partecipanti all'investimento sulle opere accessorie (Comuni tramite Acsm, Imprese e Territorio, Trentino Sviluppo e Partecipazioni Territoriali) ci metteranno i nove milioni e rotti necessari.
Siamo in dirittura d'arrivo? Non è così scontato, perché ben si sa che alcuni sindaci non vedono di buon occhio la funicolare tanto che ultimamente nei loro interventi pubblici parlano di un neutro «collegamento».
Ma come ha detto all'assemblea ApT Cristiano Trotter, che tiene le fila dell'operazione sul territorio: «Si sono fatte le più accanite dispute su cosa sia meglio fare e non fare, se funicolare o quant'altro. La responsabilità del territorio è anche quella di operare delle scelte con i piedi per terra e non soltanto dal punto di vista di sostenibilità dell'intervento, o anche della sua fattibilità, io credo che nelle ultime settimane sia cresciuta la consapevolezza che non si può metter lì qualsiasi idea perché dopo comunque qualcosa si farà. È chiaro che se non ci stiamo, e in questo senso non sarà la singola amministrazione ma l'intero territorio, significa non finalmente avere un piano B perché le vie d'uscita saranno sempre più impervie e probabilmente funeste per il nostro futuro».