L'omicidio del piccolo Loris: la mamma ancora in questura

È entrata nella Questura di Ragusa, per firmare il verbale della ricostruzione della mattina in cui è scomparso suo figlio Loris Stival, Veronica Panarello. La donna è accompagnata dal suo legale, l’avvocato Francesco Villardita.

In precedenza, era stato effettuato un sopralluogo della polizia sul percorso compiuto dalla mamma di Loris il giorno della scomparsa del bambino, con la madre del piccolo a bordo.

Il bambino, secondo indagini eseguite sul corpo e successivi accertamenti, è stato ucciso con una fascetta elettrica lunga e larga.

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Sono almeno tre le cose che non tornano nel racconto che Veronica ha fatto agli inquirenti che stanno cercando di dare un volto all’assassino del piccolo Loris: tre «incongruenze» le definisce chi indaga, che pesano come un macigno sull’inchiesta e che ora la madre del bimbo dovrà chiarire se vuole cancellare i dubbi che si sono insinuati ora dopo ora in investigatori ed inquirenti. Veronica parla ufficialmente con polizia e carabinieri due volte: alle 20.30 di sabato 29 novembre, quattro ore dopo il ritrovamento di Loris nel fosso di Mulino Vecchio, e domenica 30, attorno alle 17. Entrambi i verbali sono redatti negli uffici della questura di Ragusa. E le versioni che mette a verbale sono piuttosto diverse l’una dall’altra, tant’è che i pm hanno deciso di farle ripercorrere, assieme agli investigatori, il percorso effettuato quella maledetta mattina di sabato.

LA DISTANZA DA SCUOLA.
La prima delle 3 incongruenze riguarda il punto dove Loris è stato lasciato prima di andare a scuola. Con una doverosa premessa: secondo i video in possesso degli inquirenti, Loris nei pressi della scuola non è mai sceso, tornando a casa con la mamma. «Come al solito - mette a verbale il 29 novembre Veronica Panarello - ho provveduto ad accompagnare mio figlio a scuola, ma siccome eravamo in ritardo e c’era traffico ho lasciato Loris a circa 500 metri dalla scuola». Il giorno dopo, però, dice un’altra cosa: «...oltrepassato l’ingresso della scuola, svoltavo a destra su via di Vittorio e mi sono fermata a poche decine di metri dall’ingresso della scuola, dove ho fatto scendere Loris».
Anche sui momenti della scoperta della scomparsa di Loris, le versioni si discostano, pure se di poco. Nella prima Veronica dice infatti di aver «atteso l’uscita della classe di Loris» e di aver «parlato con i compagni di classe e le maestre, che mi hanno detto che Loris non era andato a scuola». Nella seconda versione le maestre scompaiono: «dopo aver parcheggiato nei pressi della scuola mi reco al cancello...assalita dal panico ho cercato aiuto nei vigili urbani, ho chiamato mio suocero, ho chiesto ai bambini e poi ho chiamato il 112».

IL SACCHETTO DEI RIFIUTI.
Il secondo punto da chiarire riguarda invece un sacchetto della spazzatura che sarebbe stato gettato lungo la strada nei pressi di un supermercato, un punto distante un chilometro o poco più dal Mulino Vecchio. Di questa vicenda la donna ne parla soltanto nel verbale del 30 novembre mentre in quello del giorno prima non ne fa mai menzione. Dice Veronica: «...Dico a Loris di prendere due sacchetti della mondezza, ma lui ne prende solo uno. Partiamo in macchina verso la rotatoria dopo la Despar perché li ci sono dei cassonetti». In realtà, e questo lo direbbero le immagini registrate dalle telecamere, il sacchetto non finirà nei cassonetti ma verrà gettato sul ciglio della strada. Poi l’auto di Veronica fa inversione di marcia e prende la direzione della scuola.

IL CORSO DI CUCINA.
L’ultima delle presunte «bugie» riguarda la partecipazione al corso di cucina nella tenuta Donnafugata. Il 29 novembre la mamma di Loris racconta questa versione: «...dopo aver accompagnato» il figlio piccolo «alla ludoteca, sono andata al castello di Donnafugata dove sono rimasta fino a mezzogiorno». Ma meno di 24 ore dopo mette a verbale tutt’altro: «Dopo aver lasciato il bambino» (sempre il figlio più piccolo, ndr) «sono tornata a casa per sbrigare delle faccende domestiche. Alle 9.15 sono uscita e sono andata al castello di Donnafugata, dove sono rimasta fino alle 11.45».

LORIS NON VOLEVA ANDARE A SCUOLA.
C’è poi un ulteriore elemento che Veronica Panarello fornisce e riguarda lo stato d’animo del piccolo Loris la mattina del giorno in cui è morto: elemento che gli investigatori ritengono molto interessante, perché potrebbe spiegare almeno in parte quello che si vede nei video registrati dalla telecamere. «Mio figlio - racconta la mamma il 29 novembre - non andava volentieri a scuola perché diceva che lo prendevano in giro. Da circa una settimana il bambino aveva manifestato l’intenzione di non andare più a scuola». Il giorno dopo, aggiunge: «avevo notato che il bambino, da una settimana a questa parte, era più nervoso del solito». E quel sabato mattina, il piccolo glielo disse proprio. «Loris - mette a verbale la donna - non voleva andare a scuola ma voleva venire con me al castello ma io gli dissi di no perché avevo il corso».

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