Pahl: «Noi i vitalizi non li restituiamo»
«Ma quale pignoramento dei vitalizi, è illegale!». Franz Pahl, presidente degli ex consiglieri regionali, non cerca mediazioni ma tuona deciso contro la decisione della presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo di inviare Trentino Riscossioni come un tank a pignorare, appunto, case e pensioni degli ex consiglieri regionali. «Si tratta di misure retroattive che non si possono applicare. Per quanto riguarda noi ex consiglieri il rapporto è concluso con Pensplan. Il principio dell'affidamento, quindi, non è toccabile». La contestazione fa riferimento al principio «sacro» in Italia della non retroattività. «Se passasse questo principio qualunque pensionato potrebbe essere in pericolo. Perché la questione è proprio questa: noi abbiamo già dato, il rapporto è finito e i soldi li abbiamo spesi. Non si può chiedere indietro una cosa stabilita prima».
La presidenza della Regione, però, ha annunciato un pignoramento, anche della casa. Insomma, sui vitalizi si sta giocando una partita grossa.
«Il pignoramento non è previsto nella legge, nemmeno in quella dell'aprile 2014. E neanche il recupero forzoso rientra nella norma. Si parla solo della possibilità di mettere mano alle quote del fondo Family o alla riduzione del 50% dell'indennità. Ma la legge non parla di recupero forzoso».
Pahl, poi, attacca i due governatori, Ugo Rossi e Arno Kompatscher.
«Entrambi volevano delle cose, come indicato nella lettera di aprile spedita al presidente Moltrer. Ma quell'accenno è sparito. Nella legge, quindi, si parla di misure giudiziarie e non di recupero forzoso dei soldi».
Una forzatura che umilia, quindi?
«Certo, ci sentiamo trattati come mafiosi e questo non lo accettiamo. Il pignoramento non è motivato, tanto più che è condotto contro l'ex presidente Durnwalder. Ma noi siamo ladri? No, non abbiamo rubato niente. Tra l'altro tutto quello che abbiamo firmato è stato su richiesta del partito che ci ha chiesto di accettare. Adesso si sono inventati questo atto criminale che non esiste».
Pahl, insomma, va avanti per la sua strada convinto di vincere questa battaglia.
«È una questione di principio, non possiamo certo tirarci indietro adesso perché se passasse questo principio si metterebbero in pericolo le pensioni di tutti i cittadini. La retroattività non è prevista in Italia e quindi la questione non riguarda solo gli ex consiglieri regionali ma tutti i lavoratori italiani».
Tra qualche giorno, a Roma, ci sarà un incontro per definire i termini della lotta.
«Noi siamo convinti di farcela. Ma siamo furiosi di come sta agendo la nuova classe dirigente politica. Non me lo sarei mai immaginato, non è questo il modo di fare». Franz Pahl, poi, ricorda che «a settembre abbiamo inviato una diffida per quanto riguarda il recupero delle quote. Tutto ciò è assurdo, perché non si rispetta la legge».
E se il pignoramento andasse a buon fine?
«È a loro rischio e pericolo: se vogliono i soldi li prendano ma poi dovanno restituire tutto e con gli interessi. Non siamo mica in Corea del Nord ma in uno Stato di diritto. Noi abbiamo firmato un rapporto che è concluso».
Pahl e i suoi «seguaci», dunque, non demordono: avanti fino alla fine.
«Dietro questa manovra c'è la volontà politica dei presidenti Rossi e Kompatscher. Loro volevano un recupero forzoso di quanto ci spetta di diritto e nella legge che boccia i vitalizi non c'è nemmeno un accenno su questa cosa».
La neopresidente del consiglio regionale Chiara Avanzo, però, non molla l'osso.
«Lei dice che è previsto ma nella legge, ripeto, non c'è scritto niente. E poi non conosco nessuno che abbia ancora i soldi in tasca: li ha invesititi o dati ai figli. Come si fa a restituirli? Si può pagare anche in modo dilazionato ma non esiste che si pretenda la restituzione di ciò che, per altro, è lecito con un pignoramento e nemmeno con un'ipoteca sulla casa. In Regione che leggano almeno la legge prima di dire qualcosa. Noi siamo furiosi, non ci sentiamo più rispettati e andremo fino in fondo».