Alexis Tsipras giura e si appresta a scegliere i ministri
Il primo atto di Alexis Tsipras da nuovo premier della Grecia è stato deporre una corona di fiori al monumento che ricorda i caduti della Resistenza contro nazisti e fascisti durante la Seconda guerra mondiale, nel quartiere popolare di Kaisarianni,
ad Atene.
Il leader di Syriza, ha giurato poco fa nelle mani del presidente della Repubblica ellenica Karolos Papoulias che gli ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo dopo la vittoria di ieri alle elezioni politiche. Come preannunciato, Tsipras ha fatto un giuramento solo politico e non religioso: è la prima volta che un premier greco evita la cerimonia sui testi sacri, una scelta che il leader della sinistra ha spiegato stamane alle autorità religiose nel corso di un incontro riservato.
Nel frattempo proseguono nel mondo le reazioni e le prese di posizione dopo la svolta greca con il successo di Syriza che imprimerà un cambiamento radicale all’atteggiamento di Atene nei riguardi delle politiche di rigore finanziario imposte dalla Unione europea. La lista di sinistra, avendo solo sfiorato con il 36% dei voti la maggioranza assoluta dei seggi (ne ha 149), ha siglato un’intesa con un partito euroscettico di destra (Greci indipendenti, nato nel 2012 da una scissione nei conservatori di Nea Dimokratia) per assicurarsi un appoggio sufficiente a governare.
Greci Indipendenti, guidato da Panos Kammenos, è un partito di destra dichiaratamente anti-austerità e anti-immigrazione: il terreno di condivisione con Syriza è dunque esclusivamente il rifiuto delle politiche europee di austerità. Una sorta di «strana coppia», quella Tsipras-Kammenos, che però era nell’aria da tempo: risale infatti al 6 maggio 2012 - giorno delle elezioni parlamentari - una dichiarazione del leader di Anel che non escludeva un’alleanza con Syriza nel comune rifiuto del rigore imposto da Bruxelles. Vada sé che non pochi analisti vedono fra Tsipras e Kammenos più punti di attrito che non d’intesa, al punto che si potrebbe assistere a una maggiorasnza a geometrie variabili su questioni che esulano dalle politiche economiche e dal rapporto con la Ue. Kammenos, 50 anni, ei governi di centrodestra guidati da Costas Karamanlis ha ricoperto la carica di ministro della marina mercantile, ma adesso tutti sanno che punta apertamente alla poltrona della difesa.
«Ci congratuliamo con la Grecia per il successo nelle elezioni parlamentari. Il popolo greco ha fatto difficili ma importanti passi per gettare le fondamenta per la ripresa economica», scrive la Casa Bianca, sottolineando che gli Stati Uniti «continueranno a sostenere gli sforzi» della popolazione e della comunità internazionale «per rafforzare le fondamenta per una prosperità di lungo termine della Grecia».
Il presidente francese, Francois Hollande, ha già invitato il nuovo primo ministro greco Alexis Tsipras a «recarsi presto a Parigi». In un comunicato della presidenza, l’Eliseo fa sapere che Hollande ha espresso a Tsipras la sua «volontà di favorire le discussioni e il dialogo allo scopo di permettere alla Grecia di ritrovare la strada della stabilità e della crescita, in uno spirito di solidarietà e responsabilità che unisca gli europei». «La Francia sarà al fianco della Grecia in questo periodo importante per il suo futuro», aggiunge Hollande.
Per parte sua, Pier Luigi Bersani (Pd), afferma che «con la vittoria di Tsipras in Grecia «si è aperto un varco e lì bisogna far passare qualcosa di positivo, una forte correzione delle politiche di austerità altrimenti si pone un problema».
E Nichi Vedola, leader di Sinistra ecologia libertà, che mentre Syriza trionfava in grecia, organizzava a Milano la sua tre giorni sull’alternativa di sinistra, parla di una «vittoria schiacciante che apre nuove prospettiva all’Europa e all’Italia, per modificare un impianto ideologico che ha prodotto un vero e proprio massacro sociale». Vendola ha anche polemizzato con chi, nel Partito democratico, ieri festeggiava il successo di Syriza e rilanciava le frasi del leader critiche verso le politiche Ue: «Tsipras e Renzi hanno visioni completamente diverse».
Una delle figure che potrebbero avere un ruolo centrale nel «cantiere» di una nuova sinistra proposto da Vendola alla minoranza del Pd e alel altre forze d’area, Maurizio Landini, sottolinea la capacità di Tsipras di dare risposte concrete ai bisogni e al disagio della gente travolta da anni di crisi e di ricette europee che hanno aggravato dramamticamente le condizioni di vita in Grecia.«Finalmente, con un voto popolare e libero, si dimostra che le politiche di austerity della Troika non hanno il consenso delle persone», sottolinea il leader della Fiom Cgil sollecitando all’impegno politico per riformare l’Unione europea nel senso della giustizia sociale e di una più equa distribuzione della ricchezza. «Il popolo greco ha scelto una piattaforma che è esattamente opposta a quella del governo italiano», insiste Landini.
Gli fa eco Stefano Fassina, già viceministro dell’economia nel governo Letta e oggi grande censore delle politiche renziane: «Syriza non è una forza estrema. Estremisti sono stati coloro che hanno imposto in questi anni all’Europa e alla Grecia un programma impossibile. Syriza ha delle proposte assolutamente ragionevoli: il debito è insostenibile e va ristrutturato, il salario minimo non può rimanere a 500 euro perché condannerebbe la Grecia alla povertà e alla recessione. L’obiettivo di Syriza non e uscire dall’euro ma di farlo funzionare. Ma il discorso deve essere sistemico non è che lo fa un Paese per volta. Va cambiata la politica economica, va rilanciata la domanda, gli investimenti con un piano serio».
Anche l’Osservatore Romano incoraggia Tsipras: «Con la vittoria di Syriza alle elezioni greche - è il commento pubblicato oggi sul quotidiano della Santa Sede - si apre certamente una fase nuova in Europa, una fase che passa attraverso l’espansione di uno spazio sociale, in reazione alle politiche di austerità. Quanto più i cittadini europei chiedono di essere coinvolti al di là delle logiche dei mercati, tanto più il lavoro della politica deve essere quello di accogliere le istanze che partono dalla società. Quello che serve, e sembra essere questo il messaggio proveniente da Atene, è una nuova idea di Unione che deve per un momento accantonare i problemi della moneta unica e dei suoi effetti, dei mercati e dell’austerità. Si tratta di una visione alternativa, pragmatica e non fideistica, che possa riproporre con forza il ruolo dell’Europa come esempio di democrazia e di rispetto dei diritti umani».
L’attuale momento di crisi e il responso del voto in Grecia può essere allora «l’occasione per l’Europa di valorizzare le proprie specificità, investendo in vari settori come l’economia reale, la ricerca e lo sviluppo, la cultura».
«La riscoperta e la valorizzazione di un vero progetto per l’Europa - conclude l’Osservatore - può dunque partire da Sud, creando le condizioni per la definizione di una strategia di sviluppo integrale e riaffermando la centralità della politica nei confronti della spirale tecnocratica».
Nulla di nuovo da Tsipras, secondo Domenico Scilipoti Isgrò, senatore di Forza Italia: «La richiesta di un’Europa meno votata al rigore fine a se stesso, fu avanzata, ancor prima di Tsipras, dal presidente Berlusconi quando era presidente del consiglio. Lo fece, come gli è congeniale, con risolutezza, concretezza e determinazione, avanzando richieste specifiche a Bruxelles. La lobby delle banche, come sappiamo, tramò e ordì un vero e proprio complotto per rimuoverlo dalla guida del governo. Un colpo di Stato ben raccontato e dimostrato da Alan Friedman nel suo libro “Ammazziamo il Gattopardo”».
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