Bressa: che emozione eleggere il mio amico Sergio
«È stata un'emozione per me irripetibile: già votare un presidente della Repubblica ha un forte coinvolgimento emotivo, se poi ti tocca la fortuna di poter votare per una persona che non solo stimi e ha la tua stessa formazione e cultura politica, ma è anche un tuo amico, diventa una cosa straordinaria. E quando ho scritto il nome di Sergio Mattarella quasi non ci potevo credere».
Gianclaudio Bressa, deputato del Pd eletto in Trentino Alto Adige e sottosegretario al ministero per gli Affari regionali, conosce il nuovo capo dello Stato da tanti anni per la comune militanza nella sinistra Dc, poi nei popolari e nella Margherita prima di approdare entrambi nel Partito democratico. E non nasconde la sua grandissima gioia per questa elezione.
Onorevole Bressa, come ha conosciuto Sergio Mattarella?
Tutti e due facevamo parte della sinistra democristiana, poi nel 1996 io sono stato vicepresidente del gruppo alla Camera dei popolari democratici per Prodi, quando lui era presidente. E ho anche avuto la fortuna di fare parte con lui e Leopoldo Elia della Bicamerale di D'Alema per le riforme costituzionali. Mattarella è stato il mio maestro di vita parlamentare. Io ho imparato tutto da lui su come si faceva il deputato.
Mattarella era proprio professore di diritto parlamentare, non è così?
Certo, ma la cosa importante è che lui è un parlamentarista convinto. Ha il senso profondo della centralità del Parlamento e dell'equilibrio tra il Parlamento e il governo e quindi della funzione decisiva del presidente della Repubblica nel garantire questo rapporto. Lo ha scritto, lo pensa e lo ha testimoniato in tutta la sua vita e attività politica e parlamentare. Sarà garante che anche nel processo di revisione della Costituzione questa venga rispettata. L'iniziativa politica spetta al governo e la sovranità al Parlamento.
E com'è Mattarella come persona?
È una persona di una sensibilità e umanità straordinaria. Io ho avuto anche delle vicende personali che ci hanno molto avvicinato. È una persona di una profondissima sensibilità umana. Per questo quando ho scritto il nome Mattarella sulla scheda non ci credevo.
Quindi Renzi è stato...
Un genio. Nel momento in cui le consultazioni avevano portato a dire che non doveva essere una persona del suo cerchio ristretto, né un segretario del Pd, ma una persona che avesse esperienza politica ed istituzionale e che non fosse un tecnico e non venisse dalla storia e dalla tradizione comunista, Renzi ha preso sul serio queste indicazioni e ha fatto un nome secco, quello di Mattarella, spiazzando tutti.
Quindi non era vero che cercava un capo dello Stato che non gli facesse ombra?
La gente non lo conosce. Pensa che lui sia un furbo. Non ha mai detto: voglio un presidente sfuocato. Non c'è ancora l'abitudine a prendere sul serio Renzi, ma è la persona più trasparente perché quello che dice fa. Lui l'aveva detto subito che dopo le consultazioni il Pd avrebbe fatto un nome secco non un rosa di nomi. E ha mantenuto questa linea con gli alleati e lo ha detto anche all'assemblea del Pd, dove ha spiegato chiaramente che se falliva questa candidatura non ce ne sarebbero state altre. Per questo ha detto: se qualcuno è contrario parli ora. Poi il nome di Mattarella è passato all'unanimità. Renzi è stato bravissimo e il suo metodo è stato molto trasparente. E siccome appartiene alla generazione dei nativi digitali quello che pensa e decide lo dice subito. Certo ha rischiato tutto: se non passava alla quarta votazione il fallimento era suo.
E in questa votazione ha ricompattato il Pd.
L'elezione di Mattarella è stato il frutto anche della compattezza del Pd a cui nessuno credeva più, perché tutti giocavano sulle nostre divisioni interne per potersi aggiungere e condizionarci: vale per Forza Italia, Ncd e il Movimento 5 Stelle, che ha dimostrato ancora una volta di essere fuori non dal sistema ma dal Parlamento. Se non usi gli strumenti che il Parlamento ti mette a disposizione vuol dire che non ci sei, sei insignificante.
In Trentino Alto Adige molti hanno detto subito che Mattarella è un «amico delle autonomie speciali».
È vero?
Il rapporto con l'autonomia speciale del Trentino Alto Adige è stato segnato da fatti precisi. Le norme di attuazione più importanti, come quella sull'energia, sono state fatte quando lui era vicepresidente del governo D'Alema. Quindi non è che si è dimostrato amico a chiacchiere, oltre al fatto che viene da un'autonomia speciale ed è stato candidato nel 2001 in Trentino. Ha testimoniato con atti istituzionali la comprensione, la vicinanza e la solidarietà per le autonomie speciali.
Il consigliere regionale Giacomo Bezzi (Forza Italia) sostiene invece che da giudice della Corte costituzionale Mattarella non ha mai sostenuto i ricorsi delle due Province. Le risulta?
Le cazz...e non le commento.