Vitalizi, bufera su Capanna 5mila euro al mese ma no tagli
Tutto il mondo è paese, come si usa dire. Soprattutto in politica e soprattutto quando di mezzo ci sono i soldi. I quali possono anche far dimenticare la militanza di una vita.
Per mesi, in Trentino, abbiamo assistito, con un sentimento misto di incredulità, scoraggiamento e rabbia, all’indecoroso spettacolo di una casta di politici che rifiutava ostinatamente di ridimensionare, ancorché in minima parte, i propri privilegi (leggi: vitalizi). Prima opponendosi a ogni tentativo di riforma, poi rifiutandosi di restituire in parte quegli scandalosi anticipi, infine facendo ricorso per evitare di dover aprire il portafoglio.
Ma altrove le cose non vanno molto meglio. In Lombardia, per esempio, dove tiene banco il «caso Capanna».
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Mario Capanna, l’ex leader di Democrazia Proletaria ha riguadagnato le luci della ribalta per uno scontro in tv con Massimo Giletti, conduttore del programma televisivo di Rai1 «L’Arena». Lo scontro è stato innescato proprio dal tema dei vitalizi, e da una dichiarazione dello stesso Capanna di qualche tempo fa: «Ricevo un vitalizio di 5mila euro al mese, ma non sono un privilegiato». Su questo si è innescato un «vivace» botta e risposta, con Capanna che alla fine è sbottato: «Noi paghiamo il canone per farci rincoglionire da te». Giletti ha risposto a tono («Voi rubate i soldi in questo modo a chi è onesto») e la lite è proseguita tra minacce di querele e lanci di libri, per poi finire, ovviamente, sul tavolo del parlamento, dove c’è stato perfino chi ha invocato l’intervento della Commissione di vigilanza Rai. Lasciamo perdere...
Quello che ci interessa è l’ostinata, incrollabile, bieca resistenza di coloro che non solo difendono privilegi indifendibili, ma addirittura vengono a raccontarci che lo fanno per il bene comune (in 54, in Lombardia, hanno fatto ricorso contro un taglio dei vitalizi del 10%!). Come ha fatto lo stesso Capanna, il quale, intervenendo alla trasmissione di Radio24 «La Zanzara», dopo lo scontro con Giletti, ha così tuonato: «I vitalizi? I giornalisti continuano a parlare di queste minchiate e pirlate e non affrontano gli altri problemi del Paese».
E ancora: «Prendo 5mila euro netti al mese, ma il problema non sono i 100 o 200 euro che mi verranno decurtati. Se però malauguratamente il Tar non ci desse ragione, si aprirebbe un precedente micidiale che riguarderebbe milioni di pensionati e di lavoratori. Così diventerebbe lecito intaccare i diritti acquisiti».
E ancora: «Togliere il 10% ai vitalizi è un’operazione incostituzionale. Il vitalizio non è un privilegio, ma un diritto costituzionalmente garantito, e io non mi sento assolutamente un privilegiato. Quei due vitalizi me li sono meritati, anzi ho anche rinunciato a un terzo vitalizio, quello da parlamentare europeo».
Ecco, adesso lo abbiamo capito: tutti coloro che si sono opposti strenuamente al taglio dei propri vitalizi (compresi i nostri ex consiglieri regionali), in fondo lo hanno fatto per noi e per i nostri «diritti acquisiti». Se mai li acquisiremo...