M5S, credito alle imprese con i soldi restituiti dai politici
Fino a 25 mila euro di finanziamento di cui potranno godere subito duemila imprese e poi crescere a ritmo di un’impresa al giorno per dieci anni. È l'«aiuto» che arriva dai parlamentari M5S che sono riusciti a far costituire al Mise un fondo per il microcredito finanziato anche con le eccedenze degli stipendi dei deputati e senatori eletti.
Si tratta, hanno annunciato oggi i Luigi Di Maio e Alessanro Di Battista, presentando l’iniziativa al mercato Testaccio di Roma, di un fondo verso cui sono confluiti dieci milioni di restituzioni e altri trenta milioni circa dirottati dal fondo di garanzia per le pmi istituito sempre al Mise.
Il microcredito cinquestelle mette in primo piano l’iniziativa imprenditoriale: con questo fondo non serviranno garanzie reali per avere accesso ad un prestito, esigibile presso tutti gli intermediari finanziari e ottenibile con l’aiuto dei consulenti del lavoro che, grazie ad un’intesa con il Movimento, metteranno a disposizione il loro know-how per l’istruzione e presentazione delle pratiche necessarie per la concessione del credito.
«Dopo due anni ho ridotto il mio stipendio e do un aiuto a persone che vogliono aprire delle imprese», aveva detto il vicepresidente della Camera, Di Maio a diMartedì, intervistato da Giovanni Floris: «Abbiamo scelto di non gestire i soldi che restituiamo. Cioè li mettiamo su un fondo del ministero dello sviluppo economico: ci sarà un nostro sito e le imprese che vorranno accedere dovranno avere dei requisiti.
Dopodiché sarà il ministero a valutare esclusivamente i requisiti, ma non ci sono garanzie reali: per avere il microcredito non servono ipoteche ma sarai assistito per dieci anni da una persona che farà in modo che tu restituisca quel credito facendo impresa», ha concluso Di Maio.
«Io spendo di telefono 30 euro al mese ma qualche tempo fa la Camera per tre mesi di telefono mi ha dato 730 euro. Io dunque in tre mesi ne ho spesi 90 e il resto l’ho restituito al fondo» per il microcredito alle imprese», ha spiegato per parte sua Di Battista alla «Telefonata» di Belpietro, sottolineando come quanto avvenuto non sia «normale» e come i rimborsi dovrebbero avvenire a «piè di lista».