Accoglienza profughi in Veneto, risponde solo il sindaco di Belluno
Il prefetto di Venezia chiama, i capoluoghi del Veneto quasi non rispondono. L’ennesimo tavolo tecnico sull’immigrazione convocato al palazzo del governo di Venezia dal prefetto Domenico Cuttaia ha visto ieri vuote molte sedie riservate ai sindaci. Era presente solo quello di Belluno, Jacopo Massaro, mentre gli altri primi cittadini sono stati in qualche caso sostituiti da assessori, che praticamente in blocco hanno respinto la richiesta di ricevere nuovi profughi nei territori.
Il prefetto di Venezia chiama, i capoluoghi del Veneto quasi non rispondono. L’ennesimo tavolo tecnico sull’immigrazione convocato al palazzo del governo di Venezia dal prefetto Domenico Cuttaia ha visto ieri vuote molte sedie riservate ai sindaci. Era presente solo quello di Belluno, Jacopo Massaro, mentre gli altri primi cittadini sono stati in qualche caso sostituiti da assessori, che praticamente in blocco hanno respinto la richiesta di ricevere nuovi profughi nei territori.
«Questa mattina sono arrivati in Veneto altri 50 profughi - ha annunciato Cuttaia - Saranno distribuiti sul territorio. Le contrarietà ci possono essere, ma il mio compito è quello di andare avanti e di offrire spazi a questa gente».
A Cà Corner era presente il presidente della Regione Luca Zaia, la cui posizione non è stata diversa rispetto a quella bipartisan dei sindaci cittadini. «Diciamo no e siamo totalmente indisponibili a nuovi arrivi - ha spiegato Zaia - a partire dal fatto che siamo una delle prime tre regioni d’Italia per incidenza di immigrati sul territorio, con 514.000 immigrati, pari all’11% della popolazione, 42.000 dei quali senza lavoro».
«Il Comune di Padova - ha affermato Alessandra Brunetti assessore al Sociale del Comune di Padova - fa già tantissimo specialmente per quanto riguarda la tutela e l’accoglienza di minori non accompagnati; non siamo disposti ad accettare altri richiedenti asilo. Non ci può essere accoglienza senza possibilità di integrazione e convivenza».
Stesso diniego dal Comune di Verona, che con l’assessore al sociale, Anna Leso, ha comunicato «l’indisponibilità ad accogliere altri profughi».
«Nessuna volontà di entrare in polemica con il prefetto ma è necessario un forte ripensamento della politica dell’accoglienza - ha scritto in una nota il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, assente al vertice veneziano - Le strutture del Comune sono assolutamente inadeguate, non hanno le caratteristiche richieste e proprio i numeri dimostrano che un Comune da solo non può risolvere la questione».
«Il tavolo di oggi è stata la fotocopia degli ultimi incontri - ha indicato Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso - Si è basato sui numeri, con l’annuncio di 700 nuovi arrivi per il Veneto, chiedendoci un impegno inaccettabile.
Abbiamo la certezza che siano tutti profughi? Siamo sicuri che non ci siano in mezzo degli incaricati dell’Isis con la missione di conquistare l’Europa intera entrando attraverso l’Italia? No».
In generale la voce dei Comuni a Venezia è stata rappresentata da Elisa Venturini, vicepresidente di Anci Veneto e sindaco di Casalserugo (Padova). «Siamo in seria difficoltà e quindi indisponibili - rimarca - Anche alla luce delle difficoltà economiche e dei continui tagli non riusciamo a gestire questo fenomeno».